Difficile impostare una difesa se non si sa nemmeno quando sta per apparire il nemico e di quanti soldati disponga. Un concetto che vale in guerra, ma anche in agricoltura.
Il monitoraggio dei parassiti o dei patogeni è infatti il primo step per impostare le più corrette strategie di protezione delle colture.
 
Fra i problemi emergenti per le colture di pregio italiane, Drosophila suzukii è una delle più preoccupanti. A differenza di altri drosofilidi, i quali depongono le uova in ferite e aperture pregresse, cioè finiscono di rovinare frutti già comunque compromessi, questo insetto è dotato di ovopositori atti alla perforazione delle bucce. Ciò gli permette di danneggiare produzioni del tutto sane. In più, i suoi danni si concentrano soprattutto nelle fasi di piena maturazione, quando i frutti sono ormai prossimi alla raccolta. Il contenimento con insetticidi diviene quindi materia delicata, in considerazione degli intervalli di sicurezza.
Per giunta, almeno per il momento, non sono poi molte le armi utilizzabili, cioè quelle che oltre a essere efficaci siano state anche opportunamente registrate presso il Ministero della Salute.
In attesa che, si spera presto, vengano autorizzati nuovi prodotti, ciò che si può fare è adottare le diverse pratiche agronomiche atte al suo monitoraggio prima e al suo contenimento poi.
 
Sul primo dei due fronti è oggi disponibile sul mercato una nuova soluzione altamente specifica rispetto ad altre “generiche” attualmente utilizzate. Date infatti le similitudini morfologiche fra i vari ditteri drosofilidi, risulta difficile discernere l’esatto numero di Drosophila suzukii fra i vari individui catturati dalle trappole aspecifiche, come per esempio quelle ad aceto di mele.
Novità assoluta in tal senso, Sipcam ha posto a catalogo Pherocon Swd, una trappola di fabbricazione Trecé altamente specifica per la cattura dei Drosophila suzukii. Ciò consente di minimizzare la cattura di insetti non-target e di stimare più correttamente la presenza del parassita.
I settori frutticoli e viticoli aspettavano e auspicavano da tempo tale soluzione e dalla corrente stagione potranno beneficiarne pienamente.
 
Confronto fra l'efficacia delle Pherocon Swd e le trappole alimentate ad aceto di mele

Le trappole constano di due tipi di esca, la (A) e la (B), e vanno posizionate in ragione di due trappole per ettaro, su appezzamenti inferiori all’ettaro di superficie, mentre si può utilizzare una sola trappola per ettaro quando la superficie da monitorare sia maggiore dei canonici 10 mila metri quadri.
I cairomoni erogati dalle trappole consentono la cattura specifica di Drosophila suzukii per un periodo di circa un mese, grazie al rilascio controllato e duraturo delle sostanze attrattive.
In termini di localizzazione in campo, le trappole vanno posizionate a bordo campo, in prossimità dell’invaiatura, possibilmente in zone ombreggiate e a circa 50-60 centimetri dal suolo.

Confezione ed esche delle nuove Pherocon Swd di Sipcam