I "pesticidi" fanno venire il cancro. Anzi no. Ni. Forse. Nel dubbio, se non li si mangia è meglio perché, lo dicono tutti, il cancro, checché se ne pensi, lo farebbero venire. E se le statistiche dimostrano il contrario? Pazienza. E se a dire tutto e il contrario di tutto sono medici e biologi? Normale. Per lo meno in questa era di sovraesposizione mediatica ove l'informazione assume spesso un pungente sentore di contraddizione.
In un articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 28 marzo, vengono riportati i risultati di una ricerca in cui si sarebbe dimostrato come nutrirsi esclusivamente o quasi di alimenti biologici non porterebbe benefici in termini oncologici rispetto a chi si nutra di "cibi convenzionali". Lo studio è stato pubblicato sul British Journal of Cancer e sarebbe stato prodotto analizzando la salute di 600 mila donne, le quali stanno partecipando al cosiddetto Million Women Study. Questo verte sul monitoraggio di circa un milione di ultracinquantenni inglesi, riportando l'incidenza di tumori e correlandola alle abitudini alimentari. Nel campione statistico vi sarebbero 180 mila donne che non hanno mai mangiato alimenti Bio. Altre 45 mila fanno invece ricorso al biologico in larga parte se non addirittura in esclusiva. Quindi, sono campioni statistici abbastanza corposi.
Fra i due raggruppamenti non sarebbe stata registrata alcuna differenza significativa. "In pratica non c’è traccia che l’abitudine a mangiare biologico faccia diminuire il rischio di ammalarsi di tumore", avrebbe commentato Tim Key, epidemiologo dell’Università di Oxford e membro dello staff che ha effettuato la ricerca.
Nello stesso articolo del Corriere, però, appare anche un secondo commento, quello di Anna Villarini, biologa e nutrizionista dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano. Villarini opera specificatamente sui rapporti fra tumori e alimentazione ed è quindi considerata un'esperta in materia. Secondo la biologa milanese non sarebbe vero che "scegliere cibo biologico sia inutile o irrilevante ai fini della nostra salute". Perché? Perché "preferire frutta e verdura bio, privi di pesticidi, è senza dubbio meglio perché si eliminano i rischi (anche oncologici) legati agli effetti cancerogeni che questi possono avere".
Quindi, in sostanza, vi è da un lato una ricerca ampia e solida che dimostra che mangiare bio o non-bio non cambia le sorti delle persone in termini oncologici, ma il bio sarebbe comunque meglio perché così non si mangiano "pesticidi", evitando quegli effetti cancerogeni che di fatto non sarebbero emersi nello studio precedente.
Della serie. Mangiate Bio e basta. Perché? Perché si.
Per fortuna, però, Villarini sottolinea anche come alla fin fine sia un'alimentazione equilibrata, ricca di frutta e verdura e povera di zuccheri, grassi e carni rosse, ad essere la chiave per diminuire i rischi di tumore. Questo è confermato anche da svariate ricerche che avrebbero dimostrato come circa un tumore su tre insorgerebbe a causa di alimentazioni sbilanciate. In altre parole, se si mangia male i tumori ci vanno a nozze.
Una domanda sorge quindi spontanea: se una persona mangia in abbondanza carni, specialmente rosse, riso, miele e beve vino, non se la passa bene neanche se questi cibi sono tutti Bio? Parrebbe proprio essere così.
Quindi, dopo tutte queste considerazioni, restano le usuali perplessità circa il modo di comunicare la Scienza. Una Scienza che da un lato dimostra che di pericoli oncologici legati ai residui dei "pesticidi" non ve ne sono, ma dall'altro continua a instillare dubbi e paure (immotivate, a quanto pare) sul fatto che questi pericoli ci siano comunque.
Di certo, agli occhi di chi salta la maggior parte dei pasti, come avviene per circa 900 milioni di Esseri Umani al Mondo, quelle sopra potrebbero apparire come speculazioni prive di alcun significato. Infatti, morire di fame prima dei vent'anni, perché non si è prodotto abbastanza cibo per tutti, è sicuramente peggio che morire di un tumore a 70 perché si è esagerato con le grigliate miste. Bio o non-bio che fossero.
E sarà sempre tardi quando si capirà che "Bio" non vuol dire "non trattato", come invece parrebbe essere la percezione più diffusa. Erronea, ovviamente.
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Autore: Donatello Sandroni