L'agricoltore è il punto ove tutto parte e tutto finisce. È l'agricoltore infatti colui che apre i giochi delle filiere agroalimentari, coltivando, proteggendo e poi vendendo i frutti del proprio lavoro. È però anche colui ove finisce quel guadagno, sempre tenuto al minimo ad onor del vero, che proviene dalle spese fatte nei supermercati dai consumatori finali. Ovvero, coloro i quali avanzano sempre più richieste alle filiere circa le tipologie di cibo che vogliono consumare. È quindi in funzione del mercato che l'agricoltore deve riposizionare continuamente la propria offerta per rimanere sempre allineato al mercato stesso.
 
Giancarlo Avalle è, come dice lui stesso, "agricoltore da sempre". E avendo 58 anni è un "da sempre" che ha tutto il suo spessore. La sua azienda agricola di 33 ettari è sita in Carmagnola, in Provincia di Torino, ove si coltivano cereali e peperoni. Questi ultimi in ambiente protetto.
 
"Con tutti i prblemi che ci sono oggi è ancor più importante rimarene sempre aggiornati ed evolversi coi tempi - esordisce Giancarlo Avalle - giornate come queste a noi agricoltori  interessano per poter confrontare varietà nuove, ma anche tecniche e metodi di coltivazione innovativi"
 
Fra le novità mostrate da Syngenta oggi, a Bra, quale è quella che l'ha colpita di più?
 
"Direi senz'altro gli insetti utili. Io coltivo peperoni solo in serra e fino a ora siamo andati avanti con la lotta chimica, ma gli ausiliari è chiaro che bisogna tenerli in conto. Controllare gli insetti è sempre più difficile, i prodotti sono sempre meno, quindi in questa situazione ci stiamo orientando sia verso varietà resistenti alla patologie, sia sulle tecniche che prevedono l'uso di ausiliari".
 
Se coltiva peperoni sarà stato interessato alle due nuove varietà di peperone mostrate da Syngenta, ovvero Giorgione e Coraza...
 
"Non solo le ho viste, ma le ho anche provate. Giorgione quando ancora era un siglato. Ma anche Troiano e Fiume li uso da anni e l'anno scorso in particolare erano veramente uno spettacolo. Inoltre, per fortuna non abbiamo mai avuto grossi problemi di virosi".
 
Usate anche le reti per proteggere le serre contro gli ingressi degli insetti?
 
"No, non le usiamo.  Contro Piralide e tripidi usiamo insetticidi, più o meno nuovi, ma le reti no. Portano dei benefici, ma abbiamo anche visto che aumentano altre problematiche. Vi sono problemi di ristagni di umidità e quindi va a finire che parte dei benefici delle reti vengono annullati da altre problematiche fitosanitarie".
 
Circa il suo mercato di riferimento, qual è il suo punto di vista?
 

"I prodotti li conferiamo a un grossista che confeziona anche. Non sono legato a particolari disciplinari, tranne i Prs. Ho fatto per anni parte del Consorzio dei produttori di peperone di Carmagnola, ma poi ne sono uscito".
 
Come mai?
 
"Per la mia tipologia di distribuzione il Consorzio non mi serviva molto. Quando è nato abbiamo fatto un tentativo, ma poi abbiamo abbandonato. Mi sarebbe piaciuto creare un gruppo di vendita... essere più incisivi sul mercato. Invece no. Purtroppo la volontà dei più era quella di avere la propria cassettina col marchietto del Consorzio e andarlo a proporre sui mercati locali..."
 
Il solito individualismo italiano...
 
"Esatto. È la mentalità che porta molti agricoltori a non voler far sapere al vicino cosa fa. Pensi che qualcuno cammuffa addirittura le confezioni dei fertilizzanti per non far capire ai vicini cosa utilizza. Anche con la cooperativa locale siamo ormai alla terza-quarta edizione, ma alla fine si cambia tutto per non cambiare niente. Nel frattempo a Carmagnola il mercato del peperone è diminuito. Mi sarebbe piaciuto lavorare su programmi che puntassero a una maggiore qualità, concentrare l'offerta... Il problema maggiore deriva infatti dalla Grande distribuzione, la quale vuole prodotto omogeneo, di ottima qualità, ma poi deve costare poco. Tante pretese, ma poca spesa. Se non si concentra l'offerta la gara diventa dura. Da un lato la filiera è il futuro, ma sarebbe bene che pagasse un po' meglio i produttori che lavorano in qualità. Spesso infatti un marchio entra e dura un paio d'anni, poi viene messo nel mucchio delle altre forniture. E lì devi competere con offerte della Turchia, della Spagna. Difficile competere con questi Paesi anche per le quantità che possono offrire".
 
Cosa Le piacerebbe venisse fatto?

 
"Nella mia zona vorrei vedere una mentalità un po' diversa... Per lo meno iniziare un cammino verso quella direzione. Purtroppo non vedo al momento uno spiraglio. Probabilmente ci si arriverà, però sarà una cosa lunga e dolorosa. Da noi non c'è la cultura dell'aggregazione. Anche perché negli anni abbiamo visto una gran quantità di fallimenti di queste iniziative di cooperazione e la gente è delusa...".
 
Uno scenario, quello descritto da Giancarlo Avalle, che lascia, per usare un eufemismo, ampi margini di miglioramento sul fronte della cooperazione fra agricoltori.
Forse, anche giornate come quella di Bra, con la trasmissione di contenuti tecnici innovativi e fortemente indirizzate alla valorizzazione del lavoro dell'agricoltore all'interno della filiera, potranno dare il proprio contributo.

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Per conoscere le varietà presentate all'evento di Bra, clicca qui

Per gli approfondimenti sul progetto Sinergie, leggi l'intervista a Marco Cantoni, responsabile orticole per l'Italia di Syngenta
 
Per gli approfondimenti sugli insetti utili della Linea Bioline, leggi l'intervista a Sergio Ruffo, portfolio manager di Syngenta Bioline per l'Italia 

Per conoscere l'opinione di Flavio Reburdo, rivenditore, clicca qui

Per conoscere l'opinione di Roberto Ferreri, organizzazione di produttori "Ortogranda", clicca qui

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