Un "autorevole e tempestivo intervento riguardo alla vicenda delle semine illegali di mais transgenico effettuate nei mesi scorsi in provincia di Pordenone" è stato chiesto dalle 27 organizzazioni aderenti alla Task force per un'Italia libera da Ogm in una lettera inviata ai ministri della Giustizia Alfano, dell'Interno Maroni, dell'Ambiente Prestigiacomo, delle Politiche agricole Galan, della Salute Fazio e al presidente e all'assessore regionale alle Risorse agricole del Friuli Venezia Giulia, Tondo e Violino.

"A fronte di una situazione di palese violazione delle norme vigenti, che consente di addebitare a danno dei responsabili, peraltro rei confessi, diverse ipotesi di reato, anche di tipo associativo" la Task force chiede alle autorità "di assumere, ciascuna in base alle proprie competenze, e con estrema urgenza tutte le iniziative necessarie per: procedere alla immediata distruzione delle coltivazioni transgeniche già individuate; eseguire le analisi necessarie per individuare altre coltivazioni illegali e verificare eventuali contaminazioni da parte delle piante transgeniche; verificare la correttezza dell'operato della procura della repubblica di Pordenone; perseguire i responsabili delle semine illegali; annunciare la costituzione di parte civile delle amministrazioni con competenza diretta in materia di Ogm, in caso di rinvio a giudizio dei responsabili". 

Nella lettera, la task force ricorda che "in Italia, ai sensi dell'articolo 1, comma 2 del decreto legislativo 24 aprile 2001, n. 212, non è consentito procedere alla messa in coltura di sementi transgeniche in assenza delle previste autorizzazioni di legge" e che "l'articolo 1, comma 5 del suddetto decreto legislativo 212/2001 dispone che chi mette in coltura prodotti sementieri di varietà geneticamente modificate senza l'autorizzazione di cui al comma 2, è punito con la pena dell'arresto da sei mesi a tre anni o dell'ammenda fino a 100 milioni di lire. La stessa sanzione si applica in caso di revoca o sospensione dell'autorizzazione".