"Il settore bieticolo-saccarifero italiano rischia di essere definitivamente cancellato. Senza gli interventi, 86 milioni di euro di aiuti nazionali che la stessa Commissione Ue ha autorizzato, più volte promessi a parole dal Governo e finora non concretizzati nei fatti, aziende agricole e stabilimenti chiuderanno i battenti, con un danno non solo economico, ma anche sociale di proporzioni enormi". Lo rende noto la Cia-Confederazione italiana agricoltori che spiega che il mancato inserimento di questa misura di sostegno nel decreto incentivi, attualmente in discussione in Parlamento, è un fatto grave che condanna all'estinzione una realtà produttiva molto importante per l'intero sistema agroalimentare nazionale e mortifica il lavoro di numerosi parlamentari sensibili alle esigenze della filiera. 
In questo modo si sta smantellando un settore che già ha subito in questi ultimi anni, con la riforma Ocm zucchero, pesanti riflessi negativi: oltre 10 mila aziende agricole, 4 stabilimenti industriali, più di duemila dipendenti verrebbero cancellati, a vantaggio di produttori stranieri ancora increduli del possibile 'regalo'. 
 
Un ministro smentito dal sottosegretario

Sui finanziamenti al settore bieticolo saccarifero "un ministro smentito dal sottosegretario", lo fa notare la Confcooperative che spiega che se Elio Vito, ministro ai rapporti con il Parlamento, al question-time dello scorso 31 marzo dichiarava "a nome del Governo, l'impegno a stanziare, nel dl 40, gli aiuti nazionali autorizzati dalle normative comunitarie per complessivi 86 milioni di euro relativi agli anni 2009 e 2010" oggi il sottosegretario allo Sviluppo economico Saglia ha dichiarato che "si sono sbagliati" gli esponenti del Governo se hanno promesso che le risorse per il settore bieticolo saccarifero sarebbero state nel decreto incentivi. "Non c'è dubbio che emerge un corto circuito nel funzionamento dei rapporti tra Governo e Parlamento e i casi sono due o il sottosegretario Saglia si scuserà per aver smentito il ministro o quest'ultimo dovrà dare qualche giustificazione al Parlamento. Noi continuiamo a pensare che quando il Governo prende un impegno sia con le parti sociali, sia con il Parlamento sa ciò che dice e lo manterrà", ha concluso Confcooperative.