Numerosi gruppi di ricerca stanno spostando ultimamente la loro attenzione sui biocarburanti di seconda generazione ovvero su quei vettori energetici ottenuti dagli scarti dei sottoprodotti alimentari.
A tal proposito mi sembra interessante riportare ciò che è stato recentemente scoperto nel centro studi e ricerche dell’Università di Cordoba in Spagna dove è stato realizzato un biodiesel ottenuto dalle proteine del pancreas dei suini.
Il processo di lavorazione consiste, attraverso una complessa lavorazione, nel creare una soluzione costituita dagli enzimi pancreatici di suino con l’etanolo e vari oli del settore agricolo.
La scoperta rientra in un progetto denominato Seneca Catalyst che ha come obiettivo quello di ridurre l’impatto ambientale dei processi chimici utilizzando le risorse rinnovabili e il riciclaggio dei materiali.
Le novità però non si fermano qui tant’è vero che è stato già messo a punto un impianto pilota in grado di produrre in grandi quantità questo nuovo biodiesel. La tecnologia, che si trova all’interno del campus dell’Università di Cordoba, ha una capacità produttiva di 6 mila tonnellate all’anno di biocarburante.
L’inizio della produzione è però ancora in stand-by in quanto si è ancora in attesa di ottenere le autorizzazioni necessarie per l’avvio, che tuttavia dovrebbe avvenire già dal prossimo mese di ottobre.
Di questa nuova tecnologia, fanno sapere i responsabili del progetto, esiste anche un brevetto italiano il quale, insieme a quello spagnolo ed un altro polacco, è degli unici al mondo. La costruzione dell’impianto è parte di Sustoil un progetto europeo che ha come obiettivo quello di sviluppare nuovi sistemi di bio-raffineria. Purtroppo il quantitativo di materia prima necessario per alimentare in maniera continua l’impianto non è un dato al momento conosciuto.