Il rapporto del Worldwatch Institute delinea nuovi scenari per la Cina all'insegna dell'energia rinnovabile.
La strategia del triplo venti conquista anche l'oriente del mondo, secondo il Worldwatch entro il 2020 la Cina produrrà il 20% dell'energia elettrica da fonti rinnovabili: dall'idrico, dall'eolico e dal solare. Negli ultimi anni l'economia cinese è stata definita come la più inquinante del mondo (al pari degli Usa), spesso al solo fine di contrastare i tentativi internazionali di porre un freno alle emissioni di gas serra (es. Protocollo di Kyoto). L'osservazione ha senz'altro il suo fondo di verità ma nel prossimo futuro rischia di trasformarsi in un luogo comune. Nel recente rapporto 'Powering China's Development: The Role of Renewable Energy' il vice presidente cinese illustra il piano di sviluppo delle energie rinnovabili per arrivare a produrre 400 gigawatt dall'eolico, dal solare, dalle biomasse e dall'idroelettrico. Attualmente la Cina produce circa 135 Gw dalle fonti rinnovabili, pari all'8% della sua produzione energetica ed al 17% della produzione elettrica.
Gran parte del contributo continuerà ad arrivare dall'idroelettrico, ma anche le energie rinnovabili basate sul vento e sul sole contribuiranno a fare la loro parte. Dietro la svolta 'ecologista' cinese si cela l'ambizione di un paese in grado di conquistare il primo posto mondiale sotto molti fronti: economico, tecnologico, politico. L'industria eolica, fotovoltaica e solare sono mercati con fatturati crescenti che difficilmente l'industria nazionale cinese lascerà in mano ai competitor giapponesi ed europei. Il piano di sviluppo delle energie rinnovabili in Cina, in particolar modo per l'energia dal vento e dal sole, si trasforma in tal modo in un tentativo di far decollare la propria filiera nazionale e nello stesso tempo migliorare l'eco-immagine del paese.

Foto by Steve Webel