L'uso di energia da biomassa forestale può aiutare a ridurre l’emissione di gas serra e contribuire alla diminuzione della povertà, ha affermato oggi la Fao. Ma l’agenzia ha anche messo in guardia che in assenza di una gestione sostenibile delle foreste, un tale impiego può avere come effetto la deforestazione e il degrado del patrimonio forestale. La legna è il più importante biocombustibile, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. La metà della produzione annuale di tondame (assortimenti legnosi senza corteccia) è usato a fini energetici, secondo uno studio presentato in occasione dell’evento speciale sul tema “Foreste ed Energia”, organizzato nell’ambito della Conferenza biennale della Fao. L'alto prezzo del petrolio, la necessità di fonti energetiche sicure e le preoccupazioni relative al cambiamento climatico hanno portato ad un rinnovato interesse per la bioenergia, interesse che però potrebbe avere effetti sul patrimonio forestale. Non solo, le foreste e i residui forestali potrebbero diventare molto più importanti per la conversione diretta in biocombustibili liquidi. Secondo alcuni esperti, in futuro, il legno rappresenterà la maggiore fonte di biocarburanti, rimpiazzando le coltivazioni e i residui agricoli.