Da oltre dieci anni è in vigore il Regolamento Ce n. 2100/94 riguardante la “Privativa comunitaria per ritrovati vegetali” che permette di determinare gli aspetti normativi entro cui si deve operare.

Due elementi innovativi
Il Regolamento ha introdotto due concetti molto innovativi come lo status di varietà essenzialmente derivata e l’estensione della tutela brevettale ai prodotti della raccolta. L’effetto di queste due importanti introduzioni ha permesso d’ottenere un maggiore controllo dell’innovazione varietale dalla moltiplicazione della pianta alla commercializzazione dei frutti.
Il primo punto ha così permesso di tutelare il costitutore, o colui che ne detiene i diritti, anche nei confronti delle mutazioni che derivano dalla varietà controllata. Questo per poter agevolare chi ha investito anni di lavoro ed ingenti quantitativi di denaro su nuove varietà ma rischiano di vedersi sottrarre tutto ed il mercato per effetto di un ritrovamento casuale derivato da mutazioni di proprie varietà.
Il secondo punto ha portato ad una maggiore efficienza nel contrastare le contraffazioni e nella possibilità che ha dato, allo stesso livello dell’industria, di maggiore e forte controllo sul prodotto finale.

Scarsa ed elevata caratterizzazione
Grazie a tutto questo è così possibile applicare alle produzioni ortofrutticole strategie di sviluppo di tipo industriale con il controllo di quando e quanto produrre in base a precise analisi del mercato. Uno degli effetti principali di quest’innovazione è stata la nascita dei club varietali.
In quest’ottica è però necessario distinguere fra specie a scarsa caratterizzazione varietale (pesche, nettarine, albicocche e fragole) e quelle a forte caratterizzazione varietale (mele, pere e kiwi). Nel primo caso il prodotto tende ad avere una riconoscibilità da parte del consumatore bassa con il rischio che campagne commerciali di un certo tipo ed elevati sforzi economici non siano adeguati e proporzionati (vendere quindi in modo libero o con vincoli limitati). Nel secondo caso invece esiste un’elevata riconoscibilità da parte del consumatore e quindi è indispensabile per potersi tutelare attuare un controllo su tutta la filiera proprio come avviene con i club nel caso della mela.

In questo modo si possono attuare attività di promozione per poter indirizzare l’agricoltore prima ed il consumatore poi ad acquistare le piante ed il suo prodotto finale. In questo modo è evidente come si rende necessario adottare politiche di marketing e di promozione del tutto simili per modalità e costi a quelle dei prodotti industriali.

I costi ipotetici
Brevettare materiale vegetale è sicuramente costoso ed oneroso anche se grazie al nuovo Regolamento è possibile estendere il vincolo anche a tutti i 27 paesi membri dell’Unione con un notevole abbattimento dei costi e delle difficoltà burocratiche. Al di fuori dell’Ue il problema è sicuramente più difficile in quanto per attuare la protezione è necessario presentare richiesta ad ogni singolo paese il quale richiede tempo e soldi. Mediamente si pensa nel complesso, con aggiunta di traduzioni e spese legali, il valore sia di circa 10.000 euro per la sola deposizione della domanda di privativa senza contare i successivi costi necessari al rilascio del brevetto vero e proprio.
A questi si aggiungono i costi per il rispetto delle normative fitosanitarie nella fase di preparazione di materiale di base, per l’immissione in commercio di materiale sano, per il risanamento e per il controllo dello stesso materiale che ammontano a circa 5.000 euro per la fragola  ed a diverse decine di migliaia di euro per le pomacee.
Una volta fatto questo la varietà è da lanciare sul mercato ed i costi anche qui di commercializzazione e di diffusione sono elevatissimi e secondi solo alla ricerca.

Conclusioni
Anche per questi motivi il maggiore cambiamento nelle strategie di diffusione delle novità vegetali in frutticoltura ad oggi si sviluppato principalmente nelle pomacee e nel kiwi visto la loro particolarità ed identificabilità verso il mercato. Basti pensare che negli ultimi anni sono comparsi molti club di melo e pero che ne tutelano completamente i diritti e la sua diffusione. Tra tutti si ricordano per il melo Modì® CIVG198* (Modìeuropa), Pinklady® Crips Pink*, Kanzi® e Mairac® e tra il pero Angelys®.

Foto by hotblack

A cura di Lorenzo Cricca