Nuovo Governo laburista, come ampiamente previsto alla vigilia del voto nel Regno Unito, e vecchie sfide per l'agricoltura britannica.
La National Farmers Union (Nfu), il sindacato di rappresentanza degli agricoltori del Regno Unito, a poche ore dalla nomina del Gabinetto del primo ministro sir Keir Starmer, ha incontrato il nuovo segretario di Stato del Defra (Ambiente e Sviluppo Rurale) Steve Reed e il ministro dell'Agricoltura Daniel Zeichner.
Sul piatto, in un incontro cordiale che ha coronato l'intensa attività politica della Nfu, che durante la campagna elettorale ha incontrato 378 candidati parlamentari, avendone contattati comunque complessivamente 906, i temi fondamentali per gli agricoltori, largamente sfiduciati dai cambiamenti climatici, dalle pressioni inflattive, dai costi di produzione aumentati, dalla sfida ambientale e dai contraccolpi di una Brexit che si è rivelata nelle sue conseguenze più ostica di quanto non si pensasse. Al punto che una parte del mondo agricolo, fra i più convinti sostenitori del "Leave", oggi parla non più di Brexit, ma di "Bregret", crasi fra Brexit e regret, rimpianto.
Torniamo all'agricoltura. I temi in cima all'agenda agricola rimarcati dal presidente della Nfu, Tom Bradshaw, sono partiti dalle riforme necessarie sulla politica di pianificazione per consentire investimenti nelle infrastrutture agricole finalizzati a mitigare il rischio ambientale, stimolare la produttività e garantire la sicurezza alimentare, che è una priorità chiave per il segretario di Stato, insieme all'aumento dei fondi destinati al settore agricolo.
Secondo lo studio dell'Andersons Centre, commissionato dalla Nfu, in Inghilterra sarebbe necessario un budget annuale di circa 4 miliardi di sterline, così ripartito: circa 2,7 miliardi di sterline per raggiungere gli obiettivi ambientali del Governo; 615 milioni di sterline per stimolare la produttività; 720 milioni di sterline per sostenere la stabilità economica delle imprese agricole. "Rispettando la natura del Governo decentrato, stimiamo che ciò si tradurrebbe in un budget per l'intero Regno Unito di circa 5,6 miliardi di sterline", aveva reso noto il principale sindacato agricolo britannico alla vigilia del voto.
L'impianto finanziario dovrebbe consentire "una transizione equa dal vecchio sistema dell'Ue a uno che garantisca il bene pubblico in cambio di fondi pubblici, che dia agli agricoltori la fiducia necessaria per investire e che renda possibili gli obiettivi del Governo in materia di produzione alimentare sostenibile, sicurezza alimentare, ambiente e zero emissioni zero".
Il presidente della Nfu, Tom Bradshaw, ha avanzato anche altre richieste a tutela del sistema rurale britannico, che se da un lato si è dimostrato resiliente a una serie di shock particolarmente impattanti (la Brexit, la pandemia covid-19, la guerra in Ucraina, le tensioni geopolitiche, le difficoltà con l'Ue, il climate change), dall'altro soffre le difficoltà della reperibilità della manodopera (con la Brexit in misura maggiore rispetto al passato), dell'equa distribuzione della marginalità lungo la catena di approvvigionamento, delle patologie animali (in particolare la tubercolosi bovina), del ricambio generazionale, favorire la produzione locale in luogo dell'import.
La Nfu ha chiesto ai rappresentanti del Governo - che dovrà ottenere la fiducia in Parlamento - la garanzia che il fondo per il recupero dalle inondazioni venga erogato agli agricoltori colpiti, il pagamento anticipato dei fondi per l'agricoltura per aiutare il flusso di cassa essenziale nelle aziende agricole e programmi ambientali più ampi per garantire una transizione senza soluzione di continuità, che favorisca realmente la produzione alimentare e l'ambiente.
L'incognita ambientale, le pressioni dell'opinione pubblica, la spinta verso le energie rinnovabili rappresentano una sfida anche per l'agricoltura britannica, contornata da una società storicamente molto attenta al paesaggio e all'ambiente e non sempre disponibile ai compromessi.
Fra le priorità del mondo agricolo, anche un nuovo approccio al commercio finalizzato a ridurre le barriere non tariffarie con i principali partner commerciali. E poi l'integrazione fra agricoltura, cibo e salute, con il raggiungimento di una partnership a lungo termine con l'industria per affrontare l'obesità e le disuguaglianze sanitarie nelle comunità di tutto il Regno Unito.
In passato, la Nfu era stata rassicurata dal nuovo segretario di Stato del Defra, Steve Reed, sull'intenzione di non modificare l'imposta sulle successioni, incluso lo sgravio sulla proprietà agricola. E nel manifesto laburista di Governo campeggiava anche l'impegno affinché la metà di tutto il cibo acquistato nel settore pubblico fosse prodotto localmente.
Un rapporto, quello fra mondo agricolo tradizionalmente conservatore e laburisti, in buona parte da costruire. Tassello dopo tassello.