In estate, come del resto per tutto l’anno, a me piace camminare.
Cammino per campagne, non solo in località turistiche, ovunque mi capita in Italia.

Si sa che camminare consente di osservare quello che abitualmente non notano i più correndo su una vettura.
Si nota per esempio lo stato delle campagne italiane ovvero la cura e lo stato di salute sia dell’ambiente sia dell’agricoltura. Ambiente, agricoltura, attività economiche e sociali nelle campagne sono fattori estremamente connessi fra di loro. Fattori che variano, ovviamente, per effetto delle politiche amministrative (anche locali).

Politiche che spesso sono di molto influenzate da chi in campagna poco vive.
Il frequente trito e tristo ambientalismo che tanto ha condizionato le politiche ambientali (e agricole) italiane ha causato danni enormi. Danni che si possono constatare solo camminando per campagne, colline e montagne.

Tanto per fare un esempio: mi par strano che nessuno noti o denunci che i cieli di molte parti della penisola (aree periurbane nel linguaggio degli addetti ai lavori) sono oramai totalmente privi di fauna, ad eccezione di poche specie che hanno esageratamente prevaricato. Dico che in molte parti della nostra penisola è praticamente impossibile incontrare un passero comune (che comune per l'appunto non è più ) o tante altre specie.

Questo non è dovuto – si guardi bene – ai problemi di inquinamento ambientale da antiparassitari che denunciò negli anni ’60 Rachel Carson con il suo "Primavera Silenziosa". Le nostre primavere sono invece rese silenziose per effetto di sciocche e banali posizioni pseudoambientaliste.
Secondo esempio: l’agricoltura in molte zone è praticamente impossibile per i danni causati dalla fauna selvatica – dico che è proprio impossibile piantare un banalissimo orticello senza che questo sia circondato da protezioni degne di una base militare.

Camminando in lungo e largo per la penisola ho però visto anche posti dove è ancora possibile piantare un orto oppure dove si può liberamente ascoltare il canto degli uccelli. Segno che amministrare nel segno dell’ambiente, dell’agricoltura e soprattutto del bene comune si può. E questo mi consola (forse).