Sono altre parole che testimoniano il dramma di un crollo improvviso, nel sisma che si è accanito a più riprese fra Emilia, Lombardia e Veneto.
Così, a San Rocco di Quistello, nel lembo di provincia virgiliana che si progressivamente incunea fra Modena, Ferrara e Rovigo, a farne le spese è stata l’azienda agricola di Giuliano e Lorenzo Calciolari, rispettivamente padre e figlio di 75 e 45 anni.
Una famiglia che da sempre vive di agricoltura e che da anni gestisce 11 ettari di terreno con colture tradizionali e tipiche: vitigno Grappello Ruberti per il lambrusco mantovano Doc, la pera mantovana Igp, la zucca mantovana (relativamente alla quale stanno per richiedere la de.co., la denominazione comunale), il melone bianco, i pomodori, l’anguria.
“La scossa del 20 ha dato la prima botta, danneggiando il fienile settecentesco di epoca benedettina – racconta Lorenzo Calciolari -. Nonostante le crepe, ci eravamo attrezzati per un recupero, dal momento che la struttura, perfettamente termo-isolata, serve come deposito per i nostri prodotti agricoli. Facciamo vendita diretta e partecipiamo, dalla primavera all’autunno inoltrato, ai mercati contadini e al circuito di Campagna Amica. Facciamo anche vendita diretta”.
Invece, la scossa del 29 maggio, 5.8 della scala Richter, ha polverizzato le speranze del recupero della struttura. “Il fienile è stata la parte dell’azienda che ne ha risentito di più, nonostante fosse stato restaurato nel 1995 – prosegue Calciolari -. C’erano crepe ovunque, la facciata si stava staccando dal fabbricato, il tetto stava implodendo all’interno, i pilastri erano inclinati al punto che abbiamo optato per la demolizione con urgenza. Alternative non ce n’erano”.
Per ripartire hanno contato esclusivamente sulle loro forze, vendendo un ettaro di terreno e chiedendo un finanziamento alle banche. Ma nel giro di tre-quattro mesi hanno raggiunto l’obiettivo.
Siccome la fortuna qualche volta aiuta gli audaci, dall’ente camerale mantovano sono arrivati anche i fondi, che naturalmente coprono solamente una parte dei 160mila euro anticipati. “Si tratta di un primo finanziamento di 30mila euro – specifica Calciolari – mentre per altri aiuti dipendiamo dall’ordinanza regionale”.