Preoccupazione per il consumo di terreno agricolo. Questa la presa di posizione della Federazione dei dottori agronomi e dottori forestali (Fodaf) della Lombardia dopo la recente bocciatura della proposta di Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Monza e Brianza.

"Il disco rosso della Regione al Ptcp della Provincia di Monza e Brianza – afferma Giorgio Buizza, presidente di Fodaf – non fa che evidenziare il complessivo problema della riduzione del paesaggio rurale che da anni stiamo osservando sul nostro territorio. I dati elaborati da Ersaf a fine 2011 indicano che in Lombardia si consumano 12 ettari di terreno agricolo al giorno. Dall'ultimo censimento agricolo è emerso che la superficie agricola lombarda è ormai scesa al di sotto della simbolica soglia di un milione di ettari, per la precisione a quota 984.000 ettari: si tratta di numeri che dovrebbero far riflettere". La battuta d'arresto imposta al Piano della Provincia di Monza e Brianza è stata motivata con un giudizio pesante da parte della Regione: "non si rilevano né criteri, né specifiche misure finalizzate alla reale modifica del trend del consumo di suolo".

"Tuttavia – fa notare Buizza - se applicata adeguatamente, l'attuale normativa consentirebbe di invertire la rotta. La legge regionale n. 12 del 2005, infatti, fornisce già a Province e Comuni gli strumenti per contrastare le numerose iniziative volte a erodere il suolo agricolo per trasformarlo definitivamente in area urbanizzata irrecuperabile". A detta di Fodaf, molte amministrazioni locali lombarde si sono già incamminate nella direzione giusta predisponendo Piani di Governo del territorio a consumo di suolo pari a zero o con percentuali minime di trasformazione delle aree agricole. Per la Federazione è pertanto auspicabile che tutti i nuovi strumenti urbanistici, a cominciare dai Piani territoriali provinciali, siano più coerenti con gli obiettivi dichiarati dalla legge regionale.

 "Ai Piani provinciali – ricorda Buizza - compete infatti la definizione delle cosiddette aree agricole strategiche, ovvero di quelle parti del territorio che negli anni a venire dovranno restare agricole e non potranno essere destinate a nessun altro uso nell'ambito della pianificazione comunale. Ai Comuni, mediante i Pgt, resta l'impegno di definire e dettagliare ulteriormente la strategia di conservazione del poco terreno agricolo rimasto. Il settore agricolo e i professionisti impegnati su questo fronte sostengono con convinzione tutte le azioni, a qualsiasi livello amministrativo, finalizzate a dare attuazione al principio della conservazione del suolo libero".