“Negli ultimi 10 anni sono stati acquistati in Africa, Asia e Sudamerica oltre 230 milioni di ettari, l’equivalente di quasi sette volte la superficie dell’Italia. Il previsto aumento della domanda mondiale di cibo e gli sconvolgimenti climatici in atto nel pianeta hanno favorito una vera e propria concentrazione nelle mani di pochi di terreni finalizzati a garantire produzione di cibo e di energia a costi contenuti”, lo denuncia il Coordinamento della Cooperazione agroalimentare composto da Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Agci-Agrital.

“Il land grabbing, il fenomeno dell’accaparramento dei terreni agricoli da parte di multinazionali e governi stranieri, Cina in testa, nei paesi in via di sviluppo – proseguono le organizzazioni cooperative –  potrebbe ulteriormente incrementarsi se la nuova Pac non riuscisse a dare risposte concrete in termini di mercato. L’accaparramento dei terreni agricoli da parte delle multinazionali e di governi stranieri si contrasta anche creando strumenti validi di stabilità del reddito per gli agricoltori.”.

“La crisi finanziaria europea ed una politica comune non orientata a sostenere la produzione potrebbero provocare l’abbandono dei nostri terreni agricoli e costringere anche l’Europa a dover produrre o acquistare commodities agricole fuori dai propri confini, dove i costi sono minori. Ecco perché la cooperazione agricola italiana ritiene fondamentale che la nuova politica agricola comune incentivi le aggregazioni di imprese, allo scopo di  contenere i costi di produzione ed affrontare il mercato globale con la massa critica necessaria. Sarà poi necessario aggiungere anche adeguati strumenti di stabilizzazione del reddito come assicurazioni e fondi mutualistici”.