E' stato presentato nel corso di un seminario uno studio dell'Inea, Istituto nazionale di economia agraria, a cura di Giuseppina Costantini e Giacomo Romano, sull'utilizzazione naturalistica degli invasi a prevalente uso irriguo

Il lavorospiega l'Istituto, è finalizzato a fornire ai Consorzi di bonifica e in generale ai soggetti gestori di bacini idrici ad uso irriguo, come dighe e traverse fluviali, delle regioni meridionali, un supporto tecnico e metodologico per sviluppare azioni di tutela e valorizzazione degli invasi in un'ottica di protezione degli habitat naturali, uso naturalistico, ricreativo e sportivo della risorsa idrica, in aggiunta all'impiego prioritario nei settori irriguo, civile industriale e della difesa naturale. Inoltre lo studio, basandosi sull'esame di casi concreti, intende dunque offrire un'occasione di convisione di esperienze e servire da stimolo per iniziative di valorizzazione turistico-naturalistica da parte degli enti gestori o di altri soggetti pubblici o privati inetressati.

Il presidente dell'Anbi, Associazione nazionale bonifiche, irrigazioni e miglioramenti fondiari, Massimo Gargano, intervenuto all'incontro ha sottolineato che i bacini, per i quali l'Anbi da anni chiede un apposito piano nazionale, darebbero risposte alle esigenze irrigue delle eccellenze agroalimentari, alla subsidenza, all'intrusione del cuneo salino, alla sicurezza idrogeologica, alla ricarica delle falde acquifere, alla fruizione del territorio per il tempo libero, non facendo più parlare di frane e di siccità. 

"Non ci appartiene - ha chiarito Garagano - la cultura delle dichiarazioni di emergenza per calamità naturali, per siccità, per frane, così come è strabica e non lungimirante la cultura di chi immagina un decreto per lo sviluppo, che punti sulle infrastrutture, ma penalizzi contestualmente quelle per il made in Italy agroalimentare".