Le campagne del Sud Italia continentale continuano a versare per lo più in una situazione di emergenza per la siccità, nonostante le piogge cadute nelle ultime settimane. A confermare uno stato di severità idrica tra il medio e l'elevato per il comparto irriguo nell'area è l'Osservatorio Permanente sull'Uso delle Risorse Idriche dell'Autorità di Bacino Distrettuale dell'Appennino Meridionale. Secondo il report del 23 settembre scorso, lo stato di severità idrica è elevato per la Basilicata, la Calabria, il Lazio, la Puglia e l'area del Fucino, in Abruzzo e medio per il restante territorio distrettuale.
E mentre si spera nel ritorno delle piogge autunnali e vernine per rimpinguare invasi e falde ormai allo stremo, resta sul tappeto il tema caldo delle infrastrutture irrigue, il cui mancato completamento e in altri casi la mancata manutenzione, contribuiscono non poco a lasciare le campagne meridionali all'asciutto.
In questo articolo si analizzano due casi di opere da realizzare. Il primo riguarda l'auspicata e contrastata opera di interconnessione tra gli invasi di Guardialfiera (Molise) e Occhito (Puglia), necessaria a dissetare la provincia di Foggia, alla quale non bastano più le acque del fiume Fortore, stremato dalla siccità e dalla carenza di neve negli areali di impluvio dell'alta Campania. Altro caso, la costruzione delle opere di derivazione, adduzione e acquedotto irriguo dell'invaso di Campolattaro (Campania) che raccoglie le acque del fiume Tammaro, sorgenti in alto Matese, opera rimasta incompiuta per decenni, perché priva delle infrastrutture di valle, delle quali ora finalmente si è avviata la costruzione.
Occhito, il Molise alza il prezzo dell'acqua
Una delle situazioni più gravi è quella della provincia di Foggia, nelle zone irrigue del Tavoliere, in Capitanata, dove per questa stagione l'acqua utilizzabile è stata solo quella ricavabile dai pozzi, peraltro non sempre dotati di risorsa idonea. Perché dalla diga di Occhito sul Fortore - che dovrebbe servire ben 102.500 ettari - quest'anno non è mai partita l'irrigazione: la siccità aveva imposto la chiusura degli impianti già ad inizio stagione irrigua, che qui inizia a marzo e il Consorzio per la Bonifica della Capitanata non aveva potuto inviare acqua agli idranti.
L'invaso di Occhito boccheggia al limite della sua capacità di assicurare ancora almeno l'acqua potabile agli abitanti della provincia di Foggia: 49 milioni e 980mila metri cubi d'acqua sono presenti il 26 settembre 2025, qualcosa in più dei 36,8 milioni dello scorso anno, ma solo grazie alle piogge delle ultime settimane e con una stagione irrigua bruciata e che è ormai alle spalle. Per avere un'idea della gravità della situazione, basti pensare che il volume morto dell'invaso, quello posto al di sotto delle opere di presa e che non può alimentare gli acquedotti per gravità, è di ben 40 milioni di metri cubi.
Da anni si dibatte sul come alimentare Occhito quando l'acqua del Fortore e dei suoi affluenti sia poca. Dopo il definitivo tramonto dell'ipotesi di costruire una diga da 40 milioni di metri cubi a Piano dei Limiti nel confinante Molise, sbarrando il fiume Biferno, si è sempre più affermata l'idea di poter derivare parte dell'acqua dell'invaso di Guardialfiera, capace di 173 milioni di metri cubi d'acqua, formato dalla diga del Liscione che sbarra sempre il fiume Biferno.
Viene così studiata la possibilità di costruire due opere di interconnessione: la prima riguarda un percorso di circa 18 chilometri verso Sud, che consentirebbe di ampliare le aree molisane che possono beneficiare della disponibilità idrica dell'invaso. Con un ulteriore collegamento di circa 5 chilometri, si consentirebbe, inoltre, di convogliare l'acqua eccedente rispetto alle esigenze del Molise, verso il nodo di Finocchito, incrementando così la disponibilità idrica dell'intera Capitanata.
Il tutto, ovviamente, prevedendo adeguati ristori a favore della Regione Molise. I maggiori costi deriverebbero dal sollevamento delle acque, ma la Regione Puglia conferma la disponibilità a sostenere i costi dell'ultima tratta di 5 chilometri che serve per il collegamento con l'invaso di Occhito. Su tali due opere, del costo complessivo di circa 158 milioni di euro, sembrava essersi raggiunta un'ipotesi di accordo a primavera, invece ad oggi la trattativa è ancora in alto mare.
Dopo la lettera di Michele Emiliano alla presidente del consiglio, Giorgia Meloni, con la quale il presidente di Regione Puglia il 30 gennaio scorso chiedeva a gran voce di sbloccare l'opera, puntualmente riportata da AgroNotizie®, il 22 aprile in un incontro a Bari tra Emiliano, il presidente della Regione Molise Francesco Roberti e il commissario straordinario all'emergenza idrica Nicola Dell'Acqua, la situazione sembra sbloccarsi. Infatti il successivo 23 aprile, sulla diga del Pappadai, della quale si inaugura la ripresa dei lavori, Emiliano afferma: "Stiamo costruendo una nuova governance idrica per l'intero Mezzogiorno, con l'Acquedotto Pugliese al centro di un progetto ambizioso e condiviso".
L'obiettivo è mettere a sistema le risorse esistenti, come il Pappadai e la diga del Liscione in Molise, attraverso un coordinamento che coinvolga anche Campania, Calabria e Basilicata. Dal presidente della Regione Molise, Roberti giunge un segnale di disponibilità a parlarne, a patto che siano assicurati i ristori al Molise.
Dall'Autorità di Bacino Distrettuale dell'Appennino Meridionale, il segretario generale Vera Corbelli fa sapere che l'ipotesi è allo studio e sottolinea: "sono emerse come decisive al fine di definire l'opera di interconnessione tra i due bacini le attività tecnico scientifiche in fase di redazione dall'Autorità Distrettuale di Bacino, tese a verificare la fattibilità e la sostenibilità dell'intervento in un'ottica di razionale allocazione territoriale della risorsa". E tutto sembra volgere al meglio.
In pieno luglio poi, si diffonde una falsa notizia: il governo avrebbe stanziato 190 milioni di euro per costruire il collegamento tra le due dighe nel Decreto Infrastrutture, da più parti si parla di un emendamento, ma il Decreto, pubblicato con tanto di legge di conversione, non contiene lo stanziamento. Una notizia completamente priva di fondamento o c'è solo un errore di attribuzione del provvedimento?
Trascorrono giorni di imbarazzato silenzio tra Campobasso, Roma e Bari, fino all'8 agosto, quando il commissario Dell'Acqua, con una dettagliata relazione, spiega il progetto in Cabina di Regia per l'Emergenza Idrica: il collegamento tra i due invasi è tra le priorità strategiche per la resilienza climatica e il riequilibrio territoriale del Sud, ma il Governo non dispone ancora di tutti i fondi necessari per finanziare l'opera: dei 158 milioni necessari a costruire le due condotte di grande adduzione mancano 20 milioni. Ma l'opera è fattibile e conveniente per tutti. E propone di avviare al più presto la progettazione definitiva e i lavori.
Il 15 settembre il Consiglio Regionale della Puglia convoca in audizione il commissario Nicola Dell'Acqua e il sottosegretario all'Agricoltura Patrizio La Pietra per delucidazioni sul caso, ma non solo: Bari è pronta a cofinanziare il tratto di opera in territorio pugliese del valore di 20 milioni, gli stessi soldi che mancano al Governo. Ma Dell'Acqua e La Pietra non si presentano all'audizione.
E il 19 settembre a muovere è il presidente della Regione Molise: Roberti, dopo la disponibilità manifestata il 23 aprile in Puglia, rivela di aver scritto una lettera all'Autorità di Bacino Distrettuale dell'Appennino Meridionale, nella quale chiede invece la revisione di tutti gli accordi di fornitura con le regioni confinanti, soprattutto sottolinea che dovrebbe essere la Puglia da Occhito a inviargli 20 metri cubi d'acqua al secondo, secondo un accordo del 1978 mai rispettato dalla Puglia e non il contrario. Non solo: mette in discussione anche gli accordi con Abruzzo e Campania, e sembra voler alzare il prezzo sulla possibilità di aprire una trattativa per la cessione di parte delle acque della diga del Liscione alla Puglia.
E a questo punto la battaglia per l'acqua del Biferno da portare nel bacino del Fortore è solo all'inizio.
Campolattaro, ripresi i lavori
Per un'opera che dovrebbe essere costruita ad una finalmente in costruzione: "L'intervento per la realizzazione delle opere destinate all'utilizzo della risorsa idrica invasata nella diga di Campolattaro rientra tra quelli oggetto di proposta di programmazione (inserita nel Piano di Gestione delle Acque a livello distrettuale) da parte dell'Autorità di Bacino, d'intesa con la Regione Campania e l'inaugurazione dei cantieri, avvenuta nei giorni scorsi, rappresenta sul piano tecnico culturale e gestionale l'occasione per un ritorno a quella lungimirante capacità di programmazione che fu patrimonio della Cassa per il Mezzogiorno, ente che contribuì a dotare il Meridione d'Italia di infrastrutture idriche che ancora oggi rivestono un'importanza capitale". Così Vera Corbelli, segretaria generale dell'Autorità di Bacino Distrettuale dell'Appennino Meridionale commenta l'avvio dei lavori che consentiranno in provincia di Benevento, di utilizzare per scopi irrigui e potabili le acque di fiume Tammaro e del torrente Tammarecchia, dotando l'invaso da oltre 100 milioni di metri cubi, costruito negli anni Ottanta del secolo scorso, di opere di presa, connessione alle reti acquedottistiche e di un nuovo acquedotto irriguo.
Ma non solo, l'opera presenta l'ulteriore vantaggio di alleggerire la pressione sulle sorgenti del Biferno, dalle quali questo territorio è oggi in parte dipendente per le forniture di acqua per scopi idropotabili. Il che significa - in prospettiva - liberare più acqua in direzione di Guardialfiera.
"L'Unione Regionale Consorzi Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue - Anbi Campania valuta positivamente l'avvio dei lavori delle opere di adduzione - sia potabili che irrigue - da asservire all'invaso sotteso alla diga di Campolattaro sul fiume Tammaro, in provincia di Benevento" afferma Vito Busillo, presidente di Anbi Campania.
L'intervento ha un valore complessivo di 512 milioni di euro sul quale concorrono risorse a valere sul Pnrr, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per 205 milioni di euro in quanto opera strategica nazionale, mentre sono a carico della programmazione regionale per altri 307 milioni di euro. "Sul finanziamento di Regione Campania, a valere sulle risorse del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale e del Fondo Sociale Europeo, le opere irrigue pesano per oltre 100 milioni di euro e furono programmate dalla Giunta Regionale della Campania con delibera del 1° marzo 2022 a seguito di un intervento di Anbi Campania" ricorda il presidente Busillo.
"L'operazione di completamento dell'invaso di Campolattaro - conclude - conferma la validità dello schema originario del progetto, quello di uso plurimo delle risorse, restituendo in pieno all'intero territorio della Campania risorse idriche di vitale importanza, per l'uso potabile, ma anche per l'irrigazione delle aree interne della Regione Campania".
Franco Della Rocca, presidente del Consorzio di Bonifica Sannio Alifano, ente beneficiario dell'investimento irriguo, spiega: "L'acquedotto sotteso all'invaso di Campolattaro è destinato a trasportare ben 48 milioni di metri cubi d'acqua annui verso le aree a valle, realizzando l'ossatura portante di uno schema idrico ben più ampio, che porterà ad estendere l'irrigazione da 4mila a oltre 18mila ettari, ovvero tutte le aree coltivabili della Provincia di Benevento, comprese quelle a monte dell'invaso idonee all'agricoltura irrigua".
Il Consorzio già contribuisce all'irrigazione di quasi 15mila ettari in provincia di Caserta. E l'8 febbraio 2023, nelle more dell'affidamento delle opere previste dal Progetto di Fattibilità Tecnico Economica per Campolattaro, viene stipulato uno specifico protocollo di intesa, sottoscritto dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e dai presidenti del Consorzio di Bonifica del Sannio Alifano, della Provincia di Benevento e delle organizzazioni professionali agricole beneventane di Coldiretti, Confagricoltura e Cia.
"Con la firma del protocollo di intesa - ricorda Della Rocca - il Consorzio di Bonifica del Sannio Alifano è stato incaricato dalla Regione Campania di redigere il masterplan finalizzato all'individuazione, e poi alla progettazione, delle opere irrigue di distribuzione della risorsa idrica accumulata nell'invaso di Campolattaro a servizio delle aree irrigabili dell'intera provincia di Benevento, lavoro ancora in corso, e che sarà di ausilio allo sviluppo della nuova rete irrigua, che contribuirà all'adattamento dell'agricoltura sannita ai mutamenti climatici intervenuti in questi anni".
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