"Che l'agricoltura stesse diventando il business del futuro era chiaro da diverso tempo. Nel corso della conferenza economica della Copagri abbiamo rinnovato le nostre denunce sul fenomeno del land grabbing e dell'invasione della finanza nel settore agricolo ed oggi, alla luce dei dati di Oxfam ribadiamo ancora il nostro no al neocolonialismo a danno dei Paesi più poveri e no alla finanziarizzazione dell'agricoltura. Occorre capire questi fenomeni, contrastarli e rispondere con le regole e l'etica aumentando la produzione nei propri confini". 

Lo afferma il presidente della Copagri, Franco Verrascina, commentando il rapporto di Oxfam sul fenomeno del land grabbing. 

"Oxfam - osserva Verrascina - parla di 1.100 accordi di compravendita provati e di 227 milioni ettari oggetto di land grabbing. Sono grandi aree destinate alla coltivazione per fini alimentari, al pascolo o alle bioenergie in africa o in Sudamerica. I prezzi sono stracciati: un ettaro di terra costa in Africa pochi euro, mentre in Italia si parte da circa 17mila euro. L'invasione della finanza in agricoltura e nell'agroalimentare non si ferma qui: non ci si accontenta più degli scambi di borsa, ma si entra nel mercato vero e proprio acquistando ingenti carichi di derrate alimentari". 

"Occorre - conclude il presidente - restituire centralità all'agricoltura nelle politiche economiche e sociali, affiancare la quantità alla qualità, consentire a chi opera nel settore di creare reddito e sviluppare economia reale. La forza economica, inoltre, è la condizione imprescindibile affinché l'agricoltura possa produrre 'bene pubblico'".