La Commissione Ue ha presentato mercoledì 17 settembre 2025 gli stanziamenti nazionali minimi per il sostegno al reddito della futura Politica Agricola Comune. A livello Ue a 27 il taglio è noto: si passa dai 378 miliardi della programmazione 2020-2027 ai 300 miliardi della prossima: il 20% in meno. Ma secondo una nota della Direzione Generale Agri della Commissione "Questi importi garantiranno il sostegno al reddito degli agricoltori dell'Ue fino al 2034".

 

All'Italia toccherebbe - nella proposta della Commissione, che ha già incassato il parere contrario della Comagri del Parlamento Ue, e da negoziare con il Consiglio Ue - qualcosa come poco più di 31 miliardi di euro sul periodo 2028-2034, inclusa la quota di cofinanziamento nazionale, pari al 16% in meno del periodo 2020-2027, attestato a 37 miliardi di euro. Calcolando la svalutazione monetaria, in realtà il taglio in termini reali è stimato al 22%. Cifre che in Italia hanno rinnovato il secco no delle organizzazioni professionali agricole a questo progetto di Pac e di Quadro Finanziario Pluriennale 2028-2034.

 

La proposta della Commissione Ue

La proposta per la Pac post 2027, secondo il comunicato della Direzione Generale Agri della Commissione diffuso il 17 settembre scorso "riconosce le significative sfide che il settore agricolo dell'Ue si trova ad affrontare e rafforza il sostegno agli agricoltori, anche attraverso un finanziamento minimo vincolato per il sostegno al reddito".

 

Affermazioni che a prima vista suonano beffarde rispetto al taglio effettivo della Pac, ma la perdita di unitarietà del capitolo Pac rende la questione più complessa da interpretare e si presta a rappresentazioni diverse.

 

"La Commissione sta stanziando un minimo di 300 miliardi di euro per sostenere gli agricoltori, che comprende non solo i pagamenti diretti basati sulla superficie, ma anche altri strumenti che garantiscono il sostegno al reddito degli agricoltori, come investimenti, misure agroambientali e una rete di sicurezza unitaria del valore di 6,3 miliardi di euro in caso di turbative del mercato. Ciò garantisce stabilità e prevedibilità per gli agricoltori, rendendo al contempo più incisiva la spesa del bilancio dell'Ue" recita il comunicato. E fin qui il taglio, rispetto ai 378 miliardi della Pac al 2027, è più che evidente. Ma all'elenco di misure finanziabili con i 300 miliardi mancano alcune voci, come per esempio le misure Leader dei Complementi di Sviluppo Rurale.

 

"Oltre agli stanziamenti minimi vincolati (i 300 miliardi Ndr), 453 miliardi di euro rimangono disponibili nei Piani di Partenariato per gli Stati membri per rafforzare il sostegno al settore agricolo" si afferma nella nota della Dg Agri.

 

Ma cosa significa? Ci sono altri 453 miliardi di euro definiti - nel quadro del fondo per gli Accordi di Partenariato con i singoli Stati membri "not ring-fenced" che significa "non vincolati". Soldi che lo Stato membro può decidere di assegnare a qualsiasi settore coinvolto nell'ambito delle politiche di coesione sociale e territoriale, per esempio allo sviluppo delle aree interne, alle reti sociali o anche allo sviluppo rurale.

 

Ma nella nota della Direzione Generale Agri si legge: "Gli Stati membri utilizzeranno tali fondi per integrare gli stanziamenti minimi della Pac per altri interventi obbligatori della Pac, come Leader, progetti di innovazione e condivisione delle conoscenze o programmi per le scuole. Possono anche utilizzare questi fondi per integrare gli interventi di sostegno al reddito oltre gli importi vincolati. La Commissione fornirà raccomandazioni nazionali per guidare gli Stati membri nell'elaborazione dei loro piani".

 

Teoricamente, quindi la Pac potrebbe più che raddoppiare, ma attenzione: i 453 miliardi di euro di cui parla il comunicato sono in realtà a disposizione anche di altri settori produttivi e a decidere, indipendentemente da Bruxelles, saranno i singoli Stati membri. A mancare è una riserva che obbligatoriamente, come si vedrà più avanti, dovrebbe integrare le politiche di convergenza interna.

 

Secondo la Dg Agri della Commissione "Le dotazioni saranno assegnate agli Stati membri in modo da garantire equità e continuità nel finanziamento dell'agricoltura e delle aree rurali. La quota di ciascun Paese si baserà sulla sua dotazione per il 2027, l'ultimo anno dell'attuale quadro di bilancio, con i fondi distribuiti proporzionalmente per riflettere tali quote".

 

Inoltre "L'agricoltura e le aree rurali possono trarre vantaggio da diverse opportunità di finanziamento e sinergie con altre politiche di settore". In pratica la Commissione raccomanda di "Pianificare la Pac insieme ad altre politiche" una modalità che "offre agli Stati membri maggiore flessibilità e li aiuta a rispondere meglio alle esigenze del loro settore agricolo e delle aree rurali a livello nazionale, regionale e locale".

 

"Questa Pac lungimirante - chiosa la nota - coniuga stabilità e ambizione, garantendo che il sostegno raggiunga coloro che ne hanno più bisogno e preparando al contempo l'agricoltura europea per il futuro".

 

In realtà, ove tale progetto della Commissione diventasse realtà, l'unica assegnazione certa di fondi per l'agricoltura sarebbe rappresentata dai 293,7 miliardi della Pac in senso stretto, più un'altra quota vincolata dei Piani di Partenariato con gli Stati membri da 6,3 miliardi per le turbative di mercato (in totale giusto 300 miliardi di euro). Anche se c'è un altro capitolo che può incrementare questi importi, drenandoli dai Piani di Partenariato: il finanziamento della convergenza.

 

Aiuti diretti, la nuova convergenza

Tra il 2021 e il 2027, l'Ue si impegna a rendere i pagamenti diretti agli agricoltori più equilibrati tra gli Stati membri. Questo processo è chiamato convergenza esterna. Nel nuovo Piano di Partenariato 2028-2034, ciò dovrebbe avvenire in due modi.

 

In primo luogo, nel calcolo del finanziamento totale dell'Ue per ciascun Paese, i Paesi che ricevono meno del 90% della media Ue in pagamenti diretti riceveranno denaro extra. Questo extra dovrebbe essere attinto dai 453 miliardi di euro "non vincolati" e gestiti dai singoli Stati membri in totale autonomia, venendo così a mancare ogni certezza sulle somme realmente a disposizione.

 

Inoltre, il processo di convergenza sarà gestito stabilendo un importo minimo e massimo per ettaro per il sostegno al reddito decrescente basato sulla superficie, che dovrebbe garantire differenze nell'aiuto medio per ettaro non troppo grandi tra i Paesi dell'Ue.

 

Copagri chiede aiuto al vicepresidente Fitto

Ieri, Copagri ha tenuto i lavori della Giunta Esecutiva della Confederazione, svoltasi alla presenza del vicepresidente esecutivo della Commissione Europea Raffaele Fitto. Il presidente dell'organizzazione agricola, Tommaso Battista, ha definito il taglio delle Pac del 22% in valore effettivo "Una scelta scellerata" e ha pubblicamente chiesto aiuto al commissario alla Coesione e vicepresidente della Commissione Ue, Raffaele Fitto, presente durante i lavori.

 

"Facciamo appello al vicepresidente Fitto affinché si adoperi, come sta in parte già facendo, per mettere in campo ogni possibile sforzo che vada nella direzione di individuare delle misure strutturali che nel medio-lungo periodo diano nuova linfa alla competitività dell'agricoltura, favorendo il ricambio generazionale e riconoscendo il fondamentale ruolo dei produttori agricoli quali custodi dell'ambiente e del territorio, nonché presidi insostituibili contro lo spopolamento delle aree rurali" ha detto il presidente della Copagri, ringraziando Fitto per la grande sensibilità e l'attenzione mostrata. Fitto ha tra i suoi compiti il rafforzamento della competitività, della resilienza e della sostenibilità del settore agroalimentare, pur non essendo commissario all'Agricoltura e allo Sviluppo Rurale, anche questo un segno dei tempi.

 

Cia dice no a taglio Pac del 22% del valore attuale

"Un taglio del 22% delle risorse della Pac è inaccettabile e rischia di mettere in ginocchio l'agricoltura italiana, che ha invece bisogno di una politica agricola adeguata a garantire sicurezza alimentare e vitalità nelle aree rurali. La scelta di forte ridimensionamento da parte della Commissione Ue andrà, infatti, a colpire il nostro settore in un periodo storico cruciale per l'impatto del climate change, delle turbolenze geopolitiche e della guerra commerciale in atto con gli Usa. Invece di una riduzione, avremmo avuto bisogno di risorse ancora maggiori". Così il presidente nazionale di Cia - Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, dopo l'annuncio della Commissione sulle dotazioni finanziarie della Pac post 2027 per ogni Stato membro, che assegna all'Italia circa 31 miliardi, con una perdita di circa 9 miliardi rispetto al valore attuale.

 

"Continueremo a dare battaglia - conclude Fini - con l'auspicio che il Consiglio dei Ministri europei e l'Europarlamento, che si è già recentemente espresso per un bilancio più ampio e autonomo per la Pac, si associno al nostro dissenso. L'obiettivo è quello di far cambiare totalmente rotta alla Commissione, che finisce in questo modo di frammentare e indebolire una delle politiche fondanti dell'Ue".

 

Confagricoltura rigetta proposta Commissione

Il Comitato Direttivo di Confagricoltura ha svolto il 17 settembre scorso un'approfondita analisi della proposta di riforma della Pac presentata dalla Commissione Europea lo scorso 16 luglio e dettagliata proprio nella stessa giornata con l'attribuzione delle quote di finanziamento dei singoli Stati membri.

 

"Sono state evidenziate le forti criticità di tale proposta in termini di dotazioni finanziarie, perdita di specificità della politica agricola comune e rischio di una forte rinazionalizzazione delle scelte" si legge in una nota di Confagricoltura. "Il tutto assieme a un forte indebolimento degli strumenti della Pac, in particolare a carico delle imprese professionali e orientate al mercato".

 

E ancora: "Confagricoltura ha quindi rigettato le proposte, ritenendole inaccettabili, auspicando che anche il Consiglio dei Ministri europei e l'Europarlamento si associno a questo giudizio fortemente negativo per fare riconsiderare gli orientamenti dell'Esecutivo comunitario".