Si è riunito il 20 gennaio a Bruxelles il Comitato direttivo di Must, network che raggruppa l’80% della produzione europea di mosti e succhi d’uva, per dare esecuzione alle strategie di settore stabilite dall’Assemblea generale. I delegati di FederMosti, Aemzu, Grap’ Sud e Evoiki, le quattro componenti di Must, hanno incontrato i dirigenti della Dg Agricoltura della Commissione europea per presentare loro il programma di attività 2011 e gli obiettivi della Federazione.
Marco Bertagni, presidente del Comitato esecutivo di Must e Ad di Bertagni Consulting srl, la società che gestisce in outsourcing la federazione industriale dei mosti e dei succhi di uva, ha ribadito alla Commissione europea l’importanza del ruolo di questa industria all’interno della filiera vitivinicola e la necessità di bilanciare l’anomalia dello zuccheraggio o attraverso l’abolizione di questa pratica o quantomeno con la sua evidenziazione nell’etichetta dei vini per rendere il consumatore consapevole che in quel determinato vino è stata aggiunta una sostanza che non deriva dall’uva.
L’Unità Vino della Dg Agricoltura ha risposto che non sarà facile riaprire il compromesso chiuso nel 2008 con la riforma, ma che molto dipenderà dalle relazioni che i singoli Stati dell’Unione faranno nel 2012 sui primi due anni di applicazione dell’Ocm vino.
Must ha rappresentato ai funzionari della Commissione l’opportunità che dopo il 2012 vengano lasciati a disposizione degli Stati membri gli stessi strumenti individuati nel 2008, ed attualmente in vigore, per ridare competitività ai vini europei: dalla vendemmia verde alla ristrutturazione, dalle distillazioni di crisi agli aiuti alla trasformazione dei mosti, dalla promozione export all’estirpazione. Ogni singolo Stato continuerebbe così ad avere massima libertà di manovra nell’applicazione dell’Ocm e il maggior numero di strumenti, in modo da utilizzare e finanziare quelli più adeguati alle proprie peculiari esigenze territoriali e di mercato. Eliminare alcuni strumenti dal 2012, tra cui l’aiuto alla trasformazione delle uve in Mosti Concentrati Rettificati, equivarrebbe solo ad impoverire il set di strumenti di governo del mercato del vino, rischiando di far incrementare il ricorso a estirpazione e vendemmia verde che non sono misure “amiche” delle superfici vitate.
Interessante infine l’incontro di Must con il direttore dell’Unità “Promozione dei prodotti alimentari” della Dg Agricoltura per esaminare i Regolamenti comunitari che permettono di co-finanziare la diffusione di informazioni sulle caratteristiche qualitative e nutrizionali di mosti e succhi d’uva e la loro promozione sui mercati internazionali. Allo studio anche riformulazioni dei succhi d’uva in modo da renderli più adatti alle esigenze dei consumatori europei.
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Fonte: Bertagni Consulting srl