Eventi meteorologici violenti evidenziano la drammatica situazione di vulnerabilità per il territorio italiano (negli scorsi 9 mesi, le situazioni più gravi in Sicilia, Calabria, Toscana, Campania) cui non è garantita un’adeguata sicurezza idrogeologica; nei più recenti 80 anni si sono registrate ben 5.400 alluvioni e 11 mila frane.
Secondo il ministero dell’Ambiente, il 68,6% dei comuni (in Valle d’Aosta, Umbria, Molise, Calabria e Basilicata è il 100%) ricade in aree classificate ad alto rischio idrogeologico, che interessano il 7,1% della superficie del Paese (ha 2.150.410); ci sono ben 3.458 scuole e 89 ospedali minacciati da frane o inondazioni.
Ciononostante si registra, anche quest’anno nel Documento di Programmazione Economico-Finanziaria (Dpef), un’assoluta mancanza di attenzione per i problemi concernenti la manutenzione del territorio. Eppure si calcola che, annualmente, l’Italia spenda, in media, oltre un miliardo di euro per le emergenze, che vedono coinvolte circa 5 mila persone. Prevenire o quantomeno ridurre il rischio idrogeologico sarebbe possibile: infatti il 25% delle località, colpite da frana, è recidiva ed il 40% delle alluvioni si ripetono nei medesimi siti.
Lo stesso Governo ha indicato in 44 miliardi di euro (27 per il Centro Nord, 13 per il Sud, 4 per il patrimonio costiero) il fabbisogno necessario per la sistemazione complessiva delle situazioni di dissesto sul territorio nazionale. A fronte di ciò l’Anbi-Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni ha redatto e presentato un Piano pluriennale per la riduzione del rischio idrogeologico: gli interventi, elaborati dai consorzi di bonifica ammontano a 4.183 milioni di euro da realizzarsi attraverso mutui quindicennali: è una cifra importante pari, però, solo al 20% di quanto speso, nel decennio 1994/2004, per riparare i danni da catastrofi idrogeologiche.
In tempi di ripensamento della spesa pubblica, non è questo un modo virtuoso di allocare le risorse per poter risparmiare nell’immediato futuro (senza contare le vittime, che i disastri naturali comportano)? E’ questa una delle domande, che saranno al centro della Assemblea Anbi 2010 in programma mercoledì 14 luglio p.v. con inizio alle ore 9.30 nel Centro Congressi dell’Hotel Parco dei Principi, a Roma.
E’ prevista la presenza di rappresentanti del Governo, del Parlamento, delle Regioni, delle Autonomie Locali, del mondo accademico e del lavoro. Come attesa consuetudine, l’Assemblea sarà anticipata, nel pomeriggio di martedì 13 luglio p.v., dal Meeting dei Comunicatori della Bonifica, presenti il presidente, Massimo Gargano e il Direttore Generale Anbi, Anna Maria Martuccelli.
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Fonte: Anbi - Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni