L'orto di prossimità per i ristoranti è la classica idea semplice che porta vantaggi concreti a tutti i soggetti interessati: l’agricoltore può pianificare e ottimizzare le sue produzioni, grazie alla richiesta preventiva del ristoratore in fase di semina, il ristoratore dal canto suo può disporre di materie prime di grande qualità a prezzi convenienti e il consumatore è garantito al 100% sugli alimenti che gli vengono somministrati.

Da qui, l’intesa tra Jre e Agia, cioè tra i giovani ristoratori europei e l’Associazione giovani imprenditori agricoli aderenti alla Cia, che hanno deciso di puntare forte su questa nuova sinergia.

L’occasione per lanciare questo accordo è stata il Vinitaly 2010, una sede non casuale perché il lavoro sugli orti di prossimità può divenire un traino forte per accordi, tra giovani ristoratori e giovani agricoltori, anche su produzioni come il vino e l’olio extravergine.

“Stiamo mappando il territorio - hanno spiegato i rappresentanti di Agia-Cia e Jre - incrociando i dati delle reciproche basi associative, e quindi partendo dall’ubicazione dei ristoranti si segnalano le aziende agricole più vicine che abbiano le caratteristiche idonee allo scopo. Certamente, “l’adozione dell’orto” da parte del giovane chef-ristoratore, passa necessariamente attraverso una buona affinità  sulle scelte colturali e sul reciproco vantaggio, oltre che su un rapporto fiduciario  con il giovane agricoltore".

“Ragionevolmente - hanno annunciato Jre e Agia-Cia - entro il 2011 saranno almeno 80 i ristoranti in Italia che potranno vantare un proprio orto di prossimità, da esibire alla clientela”.

"Anche a livello di business - hanno concluso  i rappresentanti dei giovani ristoratori e agricoltori - stiamo parlando di decine di milioni di euro, ricavati da un circuito commerciale nuovo e virtuoso, con un  risparmio evidente sulla logistica e sugli sprechi".