Le imprese cooperative aderenti alla Legacoop agroalimentare hanno mostrato, in un anno segnato da una produzione industriale ai minimi storici e da un andamento del settore alimentare anch'esso in flessione, una buona capacità di tenuta.

E' quanto emerge dai preconsuntivi di settore, presentati dal presidente della Legacoop agroalimentare, Giovanni Luppi.

Nel 2009, ha sottolineato il presidente, le cooperative agroalimentari della Legacoop hanno sviluppato un giro d'affari di 7,3 miliardi di euro (+1% rispetto al 2008), collocandosi in controtendenza anche sul fronte dell'occupazione, dove hanno registrato, Con 22.000 addetti, un +0,4% rispetto al 2008. Complessivamente, ha precisato Luppi, nel 2009 sono stati confermati anche i dati relativi alla consistenza in termini di numero di associati: 1.119 cooperative a cui fanno capo 200.000 aziende agricole operanti nei settori lattiero-caseario, ortofrutticolo, vitivinicolo, oleario, carni-salumi, floricolo-vivaistico, forestale e apistico-biologico.

Gli effetti della crisi hanno fortemente compresso i margini di redditività anche nelle aziende cooperative, ha evidenziato il presidente, che, in particolar modo in questa fase, non possono e non vogliono scendere sul piano della concorrenza con chi opera ai margini, e talvolta anche oltre, della legalità, sia in termini di rispetto delle norme di sicurezza alimentare sia in termini di rispetto dei contratti di lavoro e dell'ambiente.

Il presidente Luppi ha illustrato il progetto dell’organizzazione che prevede, entro il 2010, una organizzazione in 3 macro aree: nord, centro e sud.

"Si tratta - ha spiegato - di una idea un po' federale che nasce da motivazioni di carattere organizzativo, produttivo e di razionalizzazione dei costi".

Ha inoltre ribadito i tre aspetti principali sui quali si basa la politica dell'associazione: integrazione, innovazione e internazionalizzazione.