Senza ricambio generazionale non ci sarà futuro per l'agricoltura italiana. Occorre, per questo motivo, sviluppare politiche ed interventi che diano impulso all'imprenditoria giovanile, permettano l'apertura di nuove imprese e favoriscano l'attrattività e la sostenibilità dell'attività agricola.

Sono questi i capisaldi del "Progetto giovani" che l'Agia - l'Associazione giovani imprenditori agricoli della Cia ha presentato in un incontro al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali.

E' stata la presidente, Gianfranca Pirisi, ad illustrare i contenuti del progetto con il quale si mettono in luce le nuove difficoltà e le peculiarità del mondo dell'imprenditoria giovanile in agricoltura nell'attuale momento di crisi e attraverso il quale si avanzano una serie di proposte per un rilancio del settore.

D'altra parte, a differenza degli altri Paesi europei, in Italia proprio i giovani non intravedono nell'agricoltura valide prospettive economiche interessanti. E questo perché - ha denunciato il presidente dell'Agia - sussistono molte difficoltà legate all'insediamento giovanile. Tra queste, ci sono la scarsa mobilità fondiaria e l'accesso al bene terra, gli alti costi di avviamento, l'incertezza delle prospettive economiche, la scarsità di formazione e servizi di consulenza adeguati. Ostacoli ai quali si aggiungono gli oneri amministrativi connessi all'esercizio dell'attività agricola, gli elevati prezzi di affitto e di acquisto dei terreni, gli alti costi dei macchinari, ed in generale, degli investimenti. Non solo. Barriere fiscali e legali e in alcuni casi il forte rischio di "marginalità" delle aree rurali, la carenza di infrastrutture, di logistica, di mobilità, dei servizi civili e socio-sanitari, che condizionano la qualità della vita, completano il quadro dei problemi dei giovani che intendono intraprendere l'attività agricola.

Le proposte Agia-Cia per superare la crisi del settore e, nello specifico riguardo al problema del ricambio generazionale, si fondano su due principi fondamentali: operare nell'immediato e soprattutto nel modo più diretto verso le aziende agendo su fisco e credito.

In merito al credito va nella giusta direzione la proposta dell'impiego di 3 milioni di euro del fondo per l'imprenditorialità giovanile in agricoltura. Riguardo la tematica fisco si sottolinea che, in una fase attuale caratterizzata dalla scarsità di risorse, occorre essere selettivi nell'assegnare le agevolazioni, andando a privilegiare gli imprenditori professionali. Proposte immediatamente attuabili a favore dei giovani possono essere: la diminuzione dell'Iva, la diminuzione dell'accisa sul gasolio, la fiscalizzazione degli oneri sociali per la mano d'opera assunta da giovani imprese, l'esenzione dal pagamento dei contributi Inps nella fase di primo insediamento.

Con il "Progetto" l'Agia propone una serie di misure che possono essere messe in campo per favorire il ricambio generazionale in agricoltura e che possono costituire un terreno di confronto con tutti gli attori del settore. Tre le proposte principali:

• l'accesso al fattore terra: si propone la costituzione di un'agenzia per il riordino fondiario con il compito di elaborare, gestire e facilitare progetti di riordino fondiario su terreni pubblici -demaniali e degli enti- e anche privati resi liberi per la successiva assegnazione ai giovani

• secondo l'accesso al capitale finanziario: si propone la costituzione di società miste giovani e anziani, in cui l'anziano proprietario titolare dell'azienda entra in società con il giovane

• terzo, facilitare il fare impresa attraverso l'accesso al mercato, la semplificazione normativa, la fiscalità agevolata, il supporto alla gestione.

Per quanto concerne la semplificazione amministrativa l'Agia-Cia propone la creazione di una banca dati delle informazioni amministrative delle imprese agricole attive. In particolare dovrà essere riconosciuto da parte della pubblica amministrazione il fascicolo aziendale come banca dati per tutte le richieste e per le prestazioni pubbliche all'impresa stessa.