Attualità - Gran Bretagna 

Non tutto il male vien per nuocere: la crisi fa bene a low cost e prodotti locali

Con la crisi cambiano il come e il quando dei consumi, ma la sostanza resta la stessa: "I consumatori vogliono ancora uscire, acquistare prodotti freschi e mangiare fuori. Semplicemente, spendono i loro soldi in maniera diversa" dice Denis Punter, dirigente di Total Produce UK, azienda leader nella fornitura di prodotti freschi in Europa.

In un'intervista rilasciata a Eurofruit Magazine, Punter ha commentato i recenti trend del mercato inglese ed europeo dell'ortofrutta, sottolineando come i fornitori di prodotti freschi devono prestare particolare attenzione a come e quando i consumatori spendono i loro soldi: è questa l'unica via perchè le aziende superino  condizioni di mercato particolarmente difficili come quella attuale.

"Mi pare che l'attuale clima economico stia favorendo i piccoli operatori" ha detto Punter. "Per comprare il proprio cibo, i consumatori preferiscono compiere spostamenti ridotti o lasciar perdere l'auto del tutto". In questo modo, spiega Punter, si rivolgono sempre di più alla piccola distribuzione, soprattutto se locale e a conduzione famigliare, condizioni che ispirano maggiore fiducia.

Anche se le grandi catene di supermercati inglesi non danno segni di cedimento, Punter sottolinea come anche il commercio all'ingrosso e i negozi indipendenti - che costituiscono il grosso del giro d'affari della Total Produce UK - stiano reggendo piuttosto bene davanti alle condizioni economiche sfavorevoli.

Quando le persone devono gestire le proprie spese con un budget fisso non molto elevato o - in certi casi - nullo, scelgono un modello di consumo "alla giornata", più facile da mettere in pratica nei piccoli negozi. Punter ha infatti aggiunto: "Negli esercizi più piccoli è più facile prevedere le spese e cadere nella trappola delle spese impulsive indotte da cartelli pubblicitari o offerte varie."

Punter ha anche sottolineato come, nonostante il budget ridotto, i consumatori non rinuncino alla qualità e favoriscano sempre di più prodotti locali e biologici.

Fonte: Fruitnet.com

 

Apicoltura - USA

Sequenziato il genoma del parassita che uccide le api

Gli scienziati dell'ARS hanno sequenziato il genoma di un invasivo parassita, chiamato Nosema ceranae, in grado di uccidere le api e causare quella che gli studiosi chiamano Sindrome da Spopolamento degli Alveari (comunemente abbreviato SSA).

Nel 2006, la SSA ha iniziato a devastare gli alveari, con perdite che raggiungevano anche il 90%. I ricercatori pensavo che la SSA sia causta da una combinazione di patogeni, stress e parassiti, ma non vi sono ancora certezze. In palio ci sono non solo la produzione di miele e prodotti correlati, ma anche l'incalcolabile valore dell'impollinazione delle colture.

Nosema è un microbo che produce sporeche le api consumano quando si nutrono. L'infezione si diffonde dal tratto digestivo agli altri tessuti; nel giro di poche settimane, intere colonie vengono annientate o fortemente indebolite. 

Grazie alle recenti scoperte sul suo genoma, gli scienziati possono comprendere come N. ceranae, proveniente dall'Asia, si è imposto sul suo "cugino" indigeno Nosema apis, quali rotte ha seguito nelle sue migrazioni, come i microbi diffondono l'infezione: passi fondamentali per sviluppare test diagnostici e trattamenti. Un report dello studio, che ha suscitato grande interesse a livello internazionale, è stato recentemente pubblicato sulla rivista PLOS Pathogens.

Fonte: ARS 

 

Vivaismo e sementi - Europa

Le previsioni per la raccolta pere 2009

A Interpera, appuntamento internazionale che si è tenuto il 28 e 29 maggio 2009 a Sint-Truiden (Belgio), i partecipanti hanno discusso delle previsioni per la raccolta del 2009.

Buone notizie per i produttori francesi: secondo gli organizzatori di Interpera, la Areflh (Fruit and Horticultural European Regions Assembly) insieme all'associazione di produttori Catalonia Qualitat, la Francia dovrebbe vedere un aumento nel volume di pere Guyot, che ci si aspetta possano raggiungere 55.000 tonnellate questa stagione.

Per la varietà Rocha, proveniente dal Portogallo, si anticipa un volume di 95.000 tonnellate.

Dall'altra parte però la quantità di pere prodotte in Spagna calerà a 40.000 tonnellate: in particolare, i volumi di pere Conference prodotte sia in Spagna che in Italia sono previsti in calo.

Fonte: Fruitnet.com 

 

 

Vivaismo e sementi - USA

I salvatori di semi

In una struttura difesa solo da un normale allarme antintrusione e da una manciata di telecamere di sicurezza, si trova qualcosa che potrebbe influenzare, e forse determinare, lo sviluppo dell'umanità nel futuro: il National Clonal Germplasm Repository. Fortemente voluto dal Dipartimento per l'Agricoltura statunitense, raccoglie e conserva frutti, noci, semi e pollini di circa 10.000 piante provenienti da tutto il mondo in questo deposito, situato a Corvallis, Orgen. Le cultivar sono immagazzinate come piante, mentre le specie selvatiche sono generalmente preservate come semi.

Distribuito su circa 60 acri di frutteti, serre, campi e celle frigorifere, il deposito non funge solo da "rifugio" per i preziosi materiali nel caso di improbabili catastrofi planetarie, ma soprattutto si occupa di perfezionarli tramite innumerevoli sperimentazioni, incroci e selezioni.

A differenza di altre banche simili già presenti in Europa, ogni pianta del National Clonal Germplasm Repository è stata inizialmente selezionata grazie alla sua origine o a un tratto particolare. Alcune di queste piante offrono una particolare resistenza alla siccità, altre al gelo; altre ancora sono resistenti a particolari malattie o presentano un assetto genetico raro e particolare.

Questi tratti giocano un ruolo importante per il futuro. Davanti a un rapido e spesso imprevedibile cambiamento climatico, specie in grado di adattarsi a condizioni climatiche estreme possono rappresentare una marcia in più per l'agricoltura del domani, se non una fonte di cibo fondamentale. 

Durante gli ultimi due anni, a causa soprattutto dei costi di carburante e commodity, numerosi Paesi in via di sviluppo hanno fronteggiato vere e proprie carestie, al punto che oggi sono 32 le nazioni a essere colpite da quella che le Nazioni Unite chiamano "emergenze alimentari". Quasi tutte le banche delle sementi in Iraq e Afghanistan sono state distrutte nel corso delle guerre: in entrambi i casi si è verificata una perdita di migliaia di varietà native, spesso non conservate altrove. In entrambi i casi, carestia e guerra, il National Clonal Germplasm Repository potrebbe offrire una base di partenza, ottimizzata e immediatamente disponibile, per il settore agricolo di interi Paesi.

"Penso che il materiale vivente immagazzinato a Corvallis sia più prezioso dell'oro immagazzinato nei caveau delle banche" commenta Peter Bretting, dell'USDA. "I materiali nella nostra banca genetica rappresentano una garanzia fondamentale per ottenere una produzione di cibo affidabile in futuro. E' la nostra assicurazione per il futuro".

Fonte: ISHS

 

 

Agrotecnolgie - Mondo

Syngenta: la tecnologia protegga l'ambiente

L'amministratore delegato di Syngenta, Mike Mack, ha sottolineato l'importanza del ruolo che la tecnologia agricola gioca nella conservazione dell'ambiente.

Parlando al 6° World Chambers Congress a Kuala Lampur (Malesia), Mack ha dichiarato che scienza e tecnologia dovrebbero guardare oltre al pur fondamentale ruolo di aumentare la produttività, allargandosi alla conservazione di ambiente e biodiversità: una scelta vincente anche a lungo termine.

"Attraverso il tempo, biodiversità e una popolazione mondiale in continua crescita hanno convissuto in precario equilibrio a causa dei bisogni primari e degli standard di vita sempre più elevati degli esseri umani" ha detto Mack. "La tecnologia può giocare un ruolo fondamentale nell'alleviare queste tensioni".

Questo è particolarmente vero per l'agricoltura, ha detto, in quanto i progressi della tecnologia permettono di aumentare le rese di prodotto senza coltivare nuova terra e permettendo un uso più efficiente dell'acqua.

"Il clima economico ha cambiato le condizioni di lavoro per molti coltivatori in tutto il mondo" ha concluso Mack. "Ciò che non cambia è la natura a lungo termine della sfida per produrre abbastanza cibo per soddisfare i nostri bisogni in simbiosi con il mondo in cui viviamo."

Fonte: Fruitnet.com