Dopo il sequenziamento del genoma del Pinot nero, l’Istituto agrario di San Michele all’Adige fa un altro passo in avanti e presenta la sequenza del Dna del mitocondrio della vite, con la pubblicazione di un articolo su Molecular Biology and Evolution, giornale scientifico con elevato fattore di impatto (6,7).
Aver decifrato il codice genetico di questo organello, considerato la centrale energetica della cellula, consentirà di chiarire l’origine e l’evoluzione delle specie di vite, inclusi gli studi sull’addomesticamento della specie da vino, ma fornirà anche interessanti informazioni sulla biologia della specie e sulle relazioni genetiche tra le varietà coltivate e le viti selvatiche.
Gli autori dell’articolo sono quattro ricercatori di San Michele. Il primo nome, Vadim Goremykin, esperto di filogenesi delle piante, è di origine russa ed ha precedentemente lavorato presso l’Università di Jena (Germania). Goremykin è uno dei quattro nuovi senior scientists che hanno recentemente accresciuto il numero di esperti in genetica e genomica delle piante da frutto presso l’Istituto, a seguito della selezione internazionale che ha avuto luogo la scorsa primavera, pubblicata su Nature e che aveva considerato 250 candidati.
“La pubblicazione rappresenta il primo importante contributo di questo nucleo di ricercatori provenienti da alcuni dei più importanti Centri di Ricerca internazionali - afferma Roberto Viola, direttore del Centro sperimentale dell’Istituto -. Questo gruppo, che si è molto bene inserito a San Michele, ha sicuramente dato un’ulteriore impulso alla nostra ricerca aumentandone la visibilità e l’impatto a livello internazionale".

I mitocondri sono presenti a centinaia sia nelle cellule animali sia in quelle vegetali. Questi organelli regolano i meccanismi di trasformazione degli zuccheri e producono l’energia necessaria per tutte le funzioni cellulari, quali il trasporto delle sostanze nutritive che, attraverso i vasi conduttori dalle radici salgono alle parti aree.
Il genoma del mitocondrio è piuttosto piccolo negli animali e grande, fino a oltre 700.000 nucleotidi, nelle piante. Nel caso della vite questo piccolo genoma contiene circa 60 geni simili a quelli di specie vegetali già studiate .
Nel regno vegetale, la conoscenza dei geni del mitocondrio ha permesso di comprendere i meccanismi che regolano la maschio-sterilità. Per questo i marcatori mitocondriali vengono spesso studiati negli incroci tra specie che frequentemente danno origine a discendenti sterili. Il loro Dna chiarisce le relazioni genetiche tra individui della stessa specie e tra specie diverse dello stesso genere. In questi casi le somiglianze genetiche rivelate sono associate solo alla madre degli ibridi perché il mitocondrio viene ereditato solo per via materna. Per esempio, i marcatori del DNA mitocondriale hanno reso possibile stabilire che la capostipite della specie umana è stata una sola donna vissuta circa 100.000 anni fa.