La necessaria riforma di mercato del vino deve partire da una fotografia reale del vigneto italiano per garantire trasparenza ed efficacia degli interventi previsti attraverso la piena funzionalità del catasto vigneti. E’ quanto ha affermato Coldiretti in occasione del Vinitaly al convegno su “La riforma dell’Ocm vino: sostenibilità e prospettive della vitivinicoltura made in Italy”. Senza un quadro di riferimento reale della situazione la proposta di estirpazione rischia di risultare dannosa per la vitivinicoltura europea che - ha sottolineato Coldiretti - ha la necessità di confrontarsi con la aggressiva concorrenza dei nuovi Paesi emergenti. Per questo occorre puntare sulla promozione e sulla valorizzazione della qualità, della tradizione e del territorio riconoscendo le specificità del settore. Un'esigenza che avvalora la contrarietà diColdiretti allo zuccheraggio la cui limitazione è condivisa dalla Commissione, mentre appare incomprensibile la riduzione del grado alcolico minimo dei vini proposto per i Paesi del Nord Europa. Occorre inoltre un maggiore impegno sul lato dell’etichettatura e della trasparenza dell’informazione ai consumatori che nel mercato globale chiedono garanzie su origine e metodi di lavorazione a partire dall’impiego dei trucioli. Una necessità per non compromettere il successo fatto registrare dal vino made in Italy che nel 2006 ha realizzato un boom del 6,5% nel valore delle esportazioni e un successo rilevante negli Stati Uniti (+ 5%) e nei nuovi Paesi emergenti come India (+71%) e Cina (+105%), secondo le elaborazioni su dati Istat.