Riducendo le accise su biodiesel ed etanolo si potrebbe rilanciare la filiera agro-industriale e rispettare il programma per contrastare inquinamento ed effetto serra. Si riuniscono a Bologna, in occasione di Eima International (Bologna, 15/19 novembre 2006), politici ed esperti internazionali per orientare una nuova politica energetica, nell’ambito del convegno fissato per venerdì 17 novembre su “Sinergie tra le politiche comunitarie e i programmi nazionali e locali per lo sviluppo delle biomasse e della bioenergia”.
All’incontro promosso da Unacoma, Unione nazionale costruttori macchine agricole, e Itabia, l’associazione nazionale che riunisce gli esperti di biomasse, prenderanno parte tra gli altri Vittorio Prodi, membro della Commissione Ambiente del Parlamento europeo, e Paolo De Castro, ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, nonché i rappresentanti ai massimi livelli dei ministeri dell’Ambiente e dell’Industria e delle Regioni.

Sono 40 i centesimi che ancora separano il costo di produzione di un litro di gasolio dal costo dell’olio combustibile ricavato da soia e girasole; e sono ancora 40 i centesimi di differenza fra un litro di benzina ed un litro di etanolo distillato da colture zuccherine come sorgo o topinambur.
Il costo di produzione del gasolio – secondo i dati Itabia, Associazione nazionale che riunisce gli esperti di biomasse – è pari infatti a 50 centesimi per litro, a fronte dei 90 dell’olio vegetale, mentre il costo della benzina è pari a 45 centesimi a fronte degli 85 dell’etanolo. Sui combustibili d’origine petrolifera lo Stato impone accise ed iva pari a 60 centesimi per il diesel e 75 per la benzina, portando il prezzo finale alla pompa a 1,1 euro per il gasolio e 1,2 euro per la benzina. Con la stessa pressione fiscale, tanto il biodiesel quanto l’etanolo sono fuori mercato, avendo un costo alla pompa rispettivamente di 1,55 euro ed 1,65 euro per litro.

Se lo Stato fosse disposto ad ampliare l’attuale quota defiscalizzata (pari a meno dell’1% del marcato totale) rinunciando ai 45 centesimi di accise per litro che oggi rendono i biocombustibili fuori mercato, vi sarebbero le condizioni per una diffusione su larga scala dell’energia “verde”, con grandi benefici per l’ambiente – minori emissioni tossiche, nessuna emissione di gas serra – e per l’economia agricola, che potrebbe rivolgersi verso produzioni non alimentari con un mercato sicuro (degli oltre 560.000 ettari in Europa destinati lo scorso anno a colture energetiche solo 285 erano in Italia, pari ad appena lo 0,05% del totale).

Il convegno, dal quale dovrebbe emergere una nuova strategia energetica, che consenta all’Italia di recuperare il grave ritardo rispetto agli altri paesi comunitari nell’impiego di materie prime di origine agricola e forestale, è promosso da Unacoma e da Itabia, che proprio recentemente ha denunciato l’esistenza nel nostro paese di circa venti diversi regolamenti e leggi in tema di biocombustibili, lanciando la proposta di un Testo Unico che possa finalmente mettere ordine in materia.
L’attuale sistema – spiegano gli esperti di Itabia – danneggia anche quei settori della bioenergia che non hanno bisogno di defiscalizzazioni, essendo già competitivi in termini di costo e di efficienza, vedi quello delle biomasse forestali per il riscaldamento, al quale l’esposizione di Bologna dedica uno spazio esclusivo – Biomasseima – che mette in mostra le più aggiornate tecnologie per l’intera filiera, dal taglio e trasporto del legname alla trasformazione in cippato e pellet, fino alle tecnologie di combustione in caldaia.

Venerdì 17 novembre, ore 15 - Sala Notturno, Centro Servizi (blocco D)

Per informazioni:
Unacoma - Unione nazionale costruttori macchine agricole
Via L. Spallanzani, 22A - Roma - Tel. 06 442981 Fax 06 4402722 unacoma@unacoma.it www.unacoma.it