96 campioni su 100 regolari e solo 4 su 100 con residui di agrofarmaci oltre i limiti di legge, ma sempre a dosi molto più basse di quelle potenzialmente in grado di creare problemi per la salute dei consumatori. Questi i dati definitivi del 2005 provenienti dall’Osservatorio nazionale residui, presentati in occasione del convegno “Controllo dei residui di prodotti fitosanitari finalizzato alla razionalizzazione delle tecniche di difesa delle colture” tenutosi a Roma con il patrocinio del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, l’Istituto sperimentale per la patologia vegetale e il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura.

“Dall’indagine emerge un quadro ampiamente rassicurante, che conferma una tendenza positiva in atto già da molti anni e che pone l’Italia in netto vantaggio rispetto alla media europea che registra un tasso di irregolarità intorno al 5%”- afferma Gian Pietro Molinari, docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e coordinatore dell’Onr –. Bisogna inoltre tenere presente che negli anni l’attenzione dei controllori si è progressivamente spostata verso le sostanze che tendono a lasciare più tracce negli alimenti”.

Dei quasi 12.000 campioni presi a caso su tutto il territorio nazionale - sui quali sono stati eseguiti più di 1.743.583 controlli, pari ad una media di 147 residui ricercati per campione - il 58,6% è risultato completamente privo di residui e il 37,5% con una quantità di residui al di sotto dei limiti di legge.

“Bisogna inoltre chiarire – afferma Molinari - che il 4% dei campioni con residui di agrofarmaci oltre i limiti di legge presenta comunque una quantità di residui da 40 a 10.000 volte inferiore all’Adi, cioè, secondo le definizioni dell’Oms e della Commissione europea, la quota giornaliera di un determinato composto che, seppure ingerita quotidianamente per tutta la vita, non provoca un innalzamento del rischio di andare incontro ad effetti negativi per la salute.”
"La direzione – ha concluso Molinari - è confortante: una sempre maggiore tutela del consumatore. Anche il nuovo regolamento europeo in materia di residui di agrofarmaci si muove decisamente in questo senso, armonizzando le diverse direttive nazionali, tutelando in modo esplicito i gruppi sociali più a rischio e approntando metodi di calcolo in grado di tener conto di eventuali effetti cumulativi di diversi agrofarmaci che possono trovarsi nello stesso prodotto alimentare.”

L’Osservatorio nazionale residui dal 2002 affianca il Mipaaf e il ministero della Salute nell’attività di monitoraggio del livello di residui di agrofarmaci negli alimenti.

Per informazioni:
Prof. Gian Pietro Molinari
Istituto di Chimica Agraria e Ambientale Sezione di Chimica del Suolo Facoltà di Agraria, Università di Piacenza - Tel. 0523 599211 gianpietro.molinari@unicatt.it