L'incontro "Ciliegio in agricoltura biologica" organizzato da Crpv, Consorzio Fitosanitario Provinciale di Modena e Prober svoltosi nei giorni scorsi, ha riunito attorno a un tavolo tutti gli operatori della filiera: tecnici, produttori e commercianti.
Molti gli spunti di confronto e di discussione, dalla tecnica colturale alla difesa, fino alle opportunità commerciali per una coltura, quella del ciliegio bio, definita da alcuni nicchia nella nicchia.
Inizialmente, sono stati illustrati il campo prova di confronto varietale allestito a Vignola che il prossimo anno sarà oggetto di visite guidate e la corretta gestione dei sovesci, dunque della fertilità del terreno. Quindi sono state enumerate le principali avversità del ciliegio soffermandosi sul problema della mosca, oramai presente tanto in collina quanto in pianura. Interessante l'esperienza di difesa da questo insetto con le reti antigrandine che, usate come copertura, avvolgono le singole piante, proteggendole dalle temibili punture. Un mezzo di difesa ritenuto interessante anche da alcuni agricoltori presenti in sala, dai costi accettabili, tuttavia applicabile in ceraseti di impostazione moderna cioè di taglia contenuta ed elevata produttività.
Per quanto riguarda gli aspetti commerciali, i punti critici della frutticoltura biologica italiana, e dunque anche della cerasicoltura bio, sono polverizzazione dell'offerta e mancanza di adeguate politiche di marketing.
In definitiva, lo sviluppo o quantomeno la tenuta del biologico passano attraverso:
- concentrazione dell'offerta
- creazione di un sistema in grado di abbattere i costi di produzione e commercializzazione e garantire così una riduzione dei prezzi alla vendita.
- permanenza di contributi pubblici in grado di sostenere il sistema
- maggiore comunicazione, promozione e informazione.
Per informazioni: www.crpv.it
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Fonte: Agronotizie