I soci del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana Dop, nel corso dell'assemblea annuale, hanno approvato all'unanimità il Codice etico che prevede, per poter aderire al Consorzio di Tutela, la presentazione, entro la fine di ogni anno solare, del certificato camerale antimafia. Inoltre vengono imposte restrizioni severe a quanti vorranno far parte del Consorzio, che dovranno impegnarsi a mantenere comportamenti corretti e leali.

Il presidente del Consorzio, Domenico Raimondo, commenta così la svolta storica: "Sulla legalità abbiamo compiuto un'altra scelta di campo, senza mezze misure e senza tentennamenti: Il Codice etico, che già era stato varato all'unanimità dal cda, sarà d'ora in poi la nostra carta d'identità, il nostro biglietto da visita, convinti come siamo che, prima ancora di buon prodotto, valgono le persone che lo realizzano. E queste persone devono essere al di sopra di ogni sospetto. Altrimenti non potranno trovare accoglienza presso il Consorzio".

In collegamento telefonico il presidente della Commissione Agricoltura Ue, Paolo De Castro: "Il vostro Consorzio sta vivendo un momento importante e dall'Europa vi siamo vicini: stiamo cambiando le norme sui prodotti di qualità, rafforzando la protezione per quelli Dop e Igp".
"La grande partita della mozzarella di bufala campana Dop si chiama tracciabilità ha dichiarato Paolo Russo presidente della Commissione agricoltura della Camera dei deputati – ovvero far conoscere il percorso del prodotto, dall'allevamento fino al punto vendita. Con il Codice etico si consolida il valore della legalità: si fa capire che questo prodotto contiene una sollecitazione etica importante, soprattutto in questo territorio". Sono intervenuti all'assemblea consortile anche due protagonisti dell'enogastronomia: uno chef, Gennaro Esposito e un pizzaiolo, Enzo Coccia, "a testimonianza – sottolinea Raimondo – del legame sempre più forte tra la mozzarella di bufala campana Dop e l'alta ristorazione".

Un plauso all'iniziativa è arrivato anche dallo scrittore Roberto Saviano: in un post su Facebook e Twitter, ha scritto: "La mozzarella di bufala campana Dop ha intrapreso un percorso che dà sicurezza alla qualità e dimostra di non essere riciclaggio di camorra. Per dimostrarlo il Consorzio ha elaborato una serie di regole alle quali attenersi per rispettare la legalità. Due gli elementi fondamentali: l'obbligo di presentare ogni anno il certificato camerale antimafia e l'utilizzo di latte proveniente da allevamenti Dop. Anche questo significa amare la propria terra e sottrarla alle mafie".

Nel corso dell'assemblea sono state inoltre affrontate le prossime sfide che attendono il comparto, "a cominciare dalle modifiche al disciplinare di produzione della Dop", annuncia Raimondo. Il Comitato paritetico ha proposto e condiviso all'unanimità una serie di modifiche al disciplinare di produzione, che attendono l'approvazione del ministero e quella della Commissione europea.

"La mancanza di un disciplinare moderno - ha spiegato il presidente del Consorzio -, più stringente per quanto relativo alla qualità e alla tracciabilità di filiera, ma anche più attuale rispetto alle nuove esigenze della distribuzione, finora non ci ha consentito di aggredire i mercati come la competizione richiede, né di intercettare ampie fasce di consumatori, ancora poco consapevoli dell'esistenza di una mozzarella certificata come Dop e delle differenze fra questa e le altre in commercio". Criticità che il Consorzio intende risolvere, "senza snaturare la qualità e l'artigianalità del prodotto, al contrario, - rimarca Raimondo - imponendo una demarcazione netta, definitiva, fra il prodotto a denominazione d'origine protetta, realizzato esclusivamente da latte fresco delle nostre bufale, supergarantito e supercontrollato e i tanti altri prodotti privi di certificazione".