A iniziare dal primo luglio è diventato operativo il sistema comunitario di classificazione delle carcasse suine che determinerà il pagamento a peso morto degli animali. Con un forte ritardo l'Italia si allinea così agli altri Paesi europei che già avevano adottato questo sistema.

Una rivoluzione. Così la definisce in una dichiarazione rilasciata a Cremonafiere il direttore dell’Istituto Nord Est Qualità (Ineq), Francesco Ciani, che insieme all’Istituto Parma Qualità (Ipq), sono incaricati del controllo delle procedure. “Il nostro compito - puntualizza Ciani - sarà duplice: garanzia della corretta applicazione dei criteri di classificazione e rispetto dei range previsti dalla normativa che, va sottolineato, riguarda tutte le produzioni destinate a diventare Dop o Igp, prosciutti in testa. D’ora in avanti, infatti, per entrare nel circuito tutelato, le carcasse dovranno essere classificate”.

 

Gli obiettivi

L’applicazione di questa norma si pone l’obiettivo di evitare che le cosce avviate alla trasformazione in prosciutti Dop possano presentare difetti fra i quali uno dei più diffusi è la scarsa copertura di grasso. Ciani evidenzia l’importanza del nuovo corso che ha fra i suoi obiettivi quello di favorire un percorso di qualità nella trasformazione, con possibili benefici economici a vantaggio degli allevatori. “Anche se il sistema della classificazione delle carcasse non è stato pensato a livello europeo per la suinicoltura italiana bensì per quella del Nord Europa - afferma Ciani - siamo convinti che esistano per il nostro comparto straordinarie opportunità che vanno colte e per le quali stiamo lavorando da tempo”.

 

I requisiti

Ma la norma sulla classificazione delle carcasse non riguarda solamente gli allevatori. Interessa macelli, laboratori di sezionamento, stagionatori. Per i primi, in particolare, è previsto che siano esclusi dall’applicazione della normativa quelli che non macellano più di 10mila maiali l’anno “i quali, d’ora in avanti - spiega ancora Ciani - dovranno trasformare in produzioni non inserite nel circuito tutelato, a meno che non intendano investire e adeguare le loro strutture. In ogni caso, i circa 50 macelli che a tutt’oggi si sono attrezzati per la classificazione, parliamo dei più rappresentativi a livello nazionale, sono ai nastri di partenza e già dalla fine dello scorso anno, in base ai dati in nostro possesso, erano in grado di classificare il 94% dei suini macellati

 

Dibattito aperto

Il nuovo sistema, tuttavia, non convince tutti. A Italpig (Cremona, 27-30 ottobre 2011) il Salone della suinicoltura italiana, dopo 4 mesi dall’entrata in vigore della norma europea sulla classificazione delle carcasse, sarà possibile trarre un primo bilancio e analizzare i pro e i contro che potranno emergere. Un’occasione in più per aiutare la suinicoltura italiana a trovare gli strumenti idonei per uscire dal tunnel della crisi. Una crisi che in pochi anni ha portato alla chiusura di molti allevamenti e alla riduzione del numero di scrofe in attività. Un calo al quale si è data risposta con l'aumento delle importazioni. Una situazione che ogni giorno si fa più difficile e non c'è dubbio che anche questo sarà un tema al centro della prossima edizione di Italpig.