Il 21 e 22 aprile scorsi si sono svolti i Meeting delle razze autoctone Apulo calabrese e Nero siciliano. L’iniziativa è stata organizzata da Anas-Associazione nazionale allevatori suini con la collaborazione delle associazioni di Cosenza e della Sicilia per fare il punto sull’attività di conservazione, per presentare le soluzioni tecniche adottate e per illustrare le caratteristiche morfo-funzionali di queste razze.
Il meeting dell’Apulo Calabrese si è tenuto ad Acri in provincia di Cosenza e quello del Nero Siciliano a Raccuja in provincia di Messina. Le iniziative sono state seguite da alcune centinaia tra allevatori, tecnici e operatori della filiera suinicola interessati a questa promettente attività che si basa sull’allevamento di antichi tipi genetici autoctoni in condizioni estensive per la produzione di carni suine con caratteristiche qualitative uniche. 
In particolare, la razza Apulo-Calabrese è una popolazione suina che si è costituita nei secoli e si è diffusa con la transumanza delle greggi sulle direttrici viarie risalenti all’epoca romana e tuttora seguite dalle strade statali che collegano l’alto Lazio, l’Abruzzo, la Puglia, la Basilicata e la Calabria. L’abbandono agli inizi del XX secolo delle antiche pratiche pastorali e l’introduzione incontrollata di razze cosmopolite, provocò il rapido declino anche di questa razza. Alla fine degli anni ’90, è iniziata in Calabria un’azione di recupero del tipo locale Calabrese. Il programma di conservazione si è progressivamente consolidato a partire dal 2001, con l’avvio dell’attività del Registro anagrafico dell’Anas, e si è esteso nel 2007 alle varietà di suini riconducibili al medesimo tipo genetico presenti nelle regioni centro meridionali. 
Per quanto riguarda la razza Nero Siciliano è interessante ricordare che l’allevamento di questa popolazione suina era ampiamente diffuso sull’isola fino alla metà del ‘900, ed i Neri siciliani assumevano nomi diversi nelle diverse aree geografiche di allevamento. I successivi cambiamenti socio economici determinarono la forzata delimitazione dell’areale d’allevamento ai rilievi boschivi della Sicilia nord orientale. Oggi l’area maggiormente interessata dalla presenza dei suini di questa razza è quella dei Monti Nebrodi, in provincia di Messina. Dal 2001 il programma di conservazione del Registro anagrafico Anas coinvolge un consistente gruppo di aziende che adottano le tradizionali tecniche estensive di allevamento e trasformano le carni in salumi di pregio.