Le Organizzazioni Professionali Agricole dell'Emilia-Romagna, Confagricoltura, Cia, Copagri e le centrali Cooperative Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare, hanno posto all’assessore all'Agricoltura Rabboni l’esigenza di una profonda e sostanziale revisione del decreto del ministro Zaia sulle quote latte firmato dal Presidente della Repubblica e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 5 febbraio.
Il provvedimento è giudicato dalle organizzazioni 'iniquo e non rispettoso dei produttori che in questi anni hanno sempre operato rispettando le regole e hanno a questo scopo investito ingenti risorse economiche per l’acquisto di quote'.
Le rappresentanze agricole hanno inoltre espresso un forte dissenso in relazione al mancato accoglimento da parte del ministro Zaia della maggior parte delle richieste avanzate dai produttori con un documento unitario sottoscritto nei giorni scorsi e sostenuto dalla Regione presso le sedi istituzionali. 'In particolare', segnalano le rappresentanze agricole, 'è venuta meno la costituzione di un fondo di 500 mila euro finanziato adeguatamente e destinato unicamente ai produttori che hanno acquistato quote, l’esplicita rinuncia preventiva alle azioni legali in corso da parte dei potenziali beneficiari dell’assegnazione di quote produttive per tramite della rateizzazione, l’attribuzione delle quote solo successivamente al pagamento della prima rata in seguito alla richiesta di rateizzazione'.
Le organizzazioni regionali hanno chiesto inoltre l'impegno affinché venga modificata 'la priorità di assegnazione delle quote inserendo anche coloro che non hanno prodotto la quota B tagliata, gli affittuari di quota, che l’assegnazione non preveda franchigie e che sia abrogata la norma che stabilisce la restituzione del prelievo pagato in eccesso anche ai produttori non titolari di quota e ai produttori che abbiano superato il cento per cento del proprio quantitativo di riferimento individuale in quanto tale disposizione attuata fine campagna mette a rischio l’entità delle compensazioni per le aziende in regola'.
Perché le richieste avanzate dai produttori emiliano–romagnoli siano accolte le organizzazioni regionali -Confagricoltura, Cia, Copagri e le centrali Cooperative Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare- si impegneranno a sensibilizzare i parlamentari regionali affinché le proposte di modifica sollecitate siano recepite nella fase di conversione in legge del decreto. Nel contempo fanno presente che 'seguiranno con attenzione i lavori parlamentari per valutare il grado di accoglimento delle istanze predisposte e per decidere le eventuali azioni da mettere in atto, a tutela dei produttori rispettosi delle regole e della legge 119, non ultima la convocazione di una mobilitazione generale qualora le norme non corrispondessero agli interessi degli allevatori'.