E’ un decreto che non ci soddisfa. Non risolve i problemi del settore lattiero caseario. Oltretutto non è rispettoso nei confronti degli allevatori che in questi anni sono stati alle regole. Quindi, nella discussione parlamentare dovrà essere necessariamente modificato.
Così si è espressa la Cia (Confederazione italiana agricoltori) in merito al decreto sulle quote latte approvato oggi dal Consiglio dei ministri su proposta del ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia.
Il provvedimento, rileva la Cia, ha incontrato difficoltà anche all’interno dello stesso governo e non risponde in maniera adeguata alle esigenze dei produttori. E’ grave, in particolare, che l’annunciato Fondo per gli interventi del settore e che riguarda le aziende che hanno investito per aumentare la quota produttiva si “riempia” soltanto a partire dal gennaio del 2010. In questo modo vengono pesantemente penalizzati gli allevatori che hanno rispettato la legge.
Non solo. E’ negativo il fatto che i produttori che hanno splafonato non debbano rinunciare ai contenziosi giudiziari per aderire alla reatizzazione del pagamento delle multe pregresse. Per la Cia, dunque, si pone forte l’esigenza di adeguati emendamenti parlamentari per giungere ad un provvedimento che dia un futuro alla stragrande maggioranza degli allevatori che con enorme sacrificio sono stati alle regole stabilite sulle quote latte e, contemporaneamente, concedere equi meccanismi di rientro del sistema ai produttori che vorranno mettersi in regola.
Per questa ragione la Cia ha annunciato un deciso impegno affinchè il Parlamento, nell’iter di conversione del decreto, introduca quelle modifiche che finalmente consentano agli allevatori italiani di avere certezze e prospettive per le loro aziende e per la zootecnia da latte nazionale. La Cia ribadisce, inoltre, l’esigenza di accompagnare le necessarie modifiche al decreto con un Piano d’intervento che garantisca il settore zootecnico, oggi uno dei cardini dell’agricoltura italiana. Anche perchè i produttori stanno vivendo un periodo di calo dei prezzi alla stalla ed un conseguente aumento dei costi di produzione.