Le cooperative vitivinicole guardano al futuro con fiducia, continuando a investire in digitale, organizzazione e tecnologie di prodotto. Proprio sul tema Ismea ha pubblicato un nuovo report, nell'ambito della Scheda Ismea "Competitività e Filiere Agroalimentari" del Piano 2021-2023 della Rete Rurale Nazionale, realizzato in collaborazione con la società di comunicazione Heritage House e Image Line®, azienda hi tech specializzata in soluzioni digitali integrate per l'agricoltura al cui network appartiene anche AgroNotizie®.

 

Il report è stato presentato da Ismea al Vinitaly con un evento dedicato dal titolo "L'innovazione come motore della competitività e della sostenibilità della filiera vitivinicola: l'approccio delle cooperative".

 

L'indagine ha avuto come obiettivo la comprensione dell'approccio all'innovazione delle aziende e delle cooperative vitivinicole italiane, con particolare riguardo agli ambiti di applicazione dell'innovazione, la valutazione del suo grado di efficacia e dei possibili ostacoli, le prospettive degli investimenti futuri.

 

L'approfondimento è stato realizzato analizzando i risultati di un panel di interviste, con 859 questionari, di cui 197 compilati da operatori che hanno indicato di occuparsi di "vite per uva da vino". Tre gli approcci applicativi analizzati: l'aspetto gestionale-organizzativo, il prodotto/processo e la sfera tecnologica.

 

Dai risultati emerge in sintesi che circa 3 aziende vitivinicole intervistate su 4 (il 74% dei rispondenti) hanno effettuato investimenti innovativi nel quinquennio 2017-2021. Il 46,6% dei rispondenti ha concentrato i propri sforzi sull'innovazione di prodotto-processo, mentre il 33,6% ha visto investimenti in ambito tecnologico.

 

Elevato grado di soddisfazione per gli investimenti effettuati, soprattutto in merito al miglioramento delle condizioni di lavoro (78%), rese/produzioni e utilizzo dei fattori di produzione (75%), riduzione dei consumi di input tecnici ed energetici (74%) e qualità del suolo (71%). Il 78% delle aziende si è dichiarato pronto a investire in innovazione nei prossimi cinque anni, nonostante il quadro economico e geopolitico complicato.

 

Per contestualizzare l'analisi, dobbiamo renderci conto dei dati macro del settore. La superficie vitata in Italia ammonta a 674mila ettari, dei quali 441mila sono destinati a produrre uve per vino Dop, 93mila a produrre Igp e la restante per la produzione di uve per vino comune. Il settore ha visto una razionalizzazione delle aziende, calate in unità e cresciute come grandezza (-34% in numero di imprese, ma con una dimensione media passata da 1,8 ettari a 2,8 ettari). Il 53% del vino prodotto è riconosciuto come Dop e Igp, mentre il valore totale della produzione fra sfuso e imbottigliato tocca quota 12 miliardi di euro. In questo ambito la cooperazione riveste un ruolo significativo nell'assetto produttivo, tanto che il 60% della produzione nazionale afferisce a questo ambito.

 

La survey è stata condotta su 197 aziende vitivinicole collegate alla cooperazione. Sul fronte dei principali ostacoli all'investimento in innovazione, il 45% si è giustificato per le dimensioni limitate dell'azienda, mentre per il 25% la decisione è collegata all'incertezza sui benefici tangibili degli investimenti, senza dimenticare l'incertezza del settore e le difficoltà dell'accesso al credito.

 

Sul fronte degli investimenti realizzati, dal punto di vista gestionale-organizzativo, le aziende si sono concentrate sull'accantonamento di fondi necessari per sostenere interventi innovativi (30%), la definizione dei piani di ricerca e sviluppo (17%), mentre sul fronte del prodotto-processo gran parte delle innovazioni hanno riguardato le nuove tecniche di concimazione e protezione delle culture (57%).

 

Sul fronte tecnologico la ricerca si è in particolar modo soffermata sull'adozione di soluzioni agritech e di applicazioni dell'agricoltura digitale. In particolare si tratta del farm management system (28%) e dei software gestionali per lo svolgimento di pratiche amministrative (20%), mentre seguono i mezzi che integrano Gps/Rtk (16%). Importante fiducia per il futuro: addirittura il 78% delle aziende intervistate prevedono di fare nuovi investimenti nel prossimo quinquennio, in particolare trattasi di aziende agricole che già investivano e che intendono proseguire, destinando perlopiù un budget analogo a quello precedente.

 

Fra i driver principali per l'innovazione del futuro, in ambito cooperativo vitivinicolo, vi è certamente la comunicazione dell'innovazione e della sostenibilità aziendale, attraverso l'applicazione delle più frequenti tecnologie digitali.

 

Alla survey si aggiunge poi un'indagine qualitativa, realizzata anch'essa con il contributo di Heritage House e Image Line®, finalizzata a comprendere l'approccio all'innovazione da parte delle cooperative, con il coinvolgimento di alcune delle principali realtà cooperative del Nord e Centro Sud. I driver trasversali collegati al concetto di innovazione sono la sostenibilità, il valore sul territorio e la comunicazione.

 

Infine, uno sguardo importante ai progetti, emersi dal confronto con gli operatori, iniziative per  ciascuno degli obiettivi di sostenibilità prefissati attraverso l'approccio agli investimenti in innovazione.

 

Fra gli altri, il Progetto SOS QualiTec, con capofila la Cantina dei Colli Romagnoli, con l'obiettivo di implementare una piattaforma informatica in grado di monitorare e tracciare le operazioni colturali in vigneto e la qualità delle uve durante l'intera stagione.

 

Il Progetto Big Vite, con capofila l'Università Cattolica del Sacro Cuore, ha invece avuto l'obiettivo di testare l'efficacia di un protocollo operativo, che consenta agli attori della filiera di approcciarsi ai Big Data.

 

Interessante il progetto Invitas relativo alle "Innovazioni tecnologiche per una vitivinicoltura di territorio altamente sostenibile", finalizzato all'evoluzione agronomica e tecnologica associata al miglioramento continuo di tutta la filiera produttiva.

 

Segue poi il progetto Piwi (collaborazione fra Università di Udine, Iga e Vivai Cooperativi Rauscedo) che ha portato alla creazione di varietà di vite resistenti alla peronospora e all'oidio.

 

A seguire troviamo il progetto CO2 - NoiCompensiAmo, relativo allo stoccaggio del carbonio assicurato dall'agricoltura, strumento di grande utilità ai fini della neutralità climatica ha aderito al progetto coinvolgendo 90 soci su 700 ettari di vigneto per il monitoraggio di numerosi parametri, dalle lavorazioni colturali ai trattamenti fitosanitari. Il progetto punta a quantificare, monitorare e rendicontare le emissioni di gas ad effetto serra.

 

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