Vale 16,5 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) l'energia che le biomasse potrebbero fornire in Italia nel 2020 per la produzione di energia elettrica, termica e biocarburanti. Un risultato dal quale siamo però ancora distanti, visto che l'attuale produzione di bioenergia, secondo quanto riferisce Itabia (Italian biomass association) è ferma a 5,65 mtep. C'è molta strada da fare, ma sono molte le opportunità da cogliere ed è anche per questo motivo che in seno ad Eima, la manifestazione dedicata al mondo della meccanizzazione agricola che si è svolta a Bologna dal 12 al 16 novembre, ha preso corpo Eima Energy, un nuovo appuntamento sulle energie da fonti rinnovabili. Nutrita la partecipazione di aziende che hanno presentato mezzi e servizi per l'impiego e la valorizzazione delle energie rinnovabili, arricchita da una serie di dimostrazioni pratiche nell'area appositamente attrezzata e da una serie di seminari per affrontare singoli aspetti della materia. Brevi incontri, in rapida successione e con un calendario articolato, questi seminari hanno permesso di approfondire molti argomenti, soprattutto di carattere pratico.

 

Un seminario sul biogas

Ricordiamo fra i tanti quello organizzato dal Crpa (Centro ricerche produzioni animali di Reggio Emilia) sul tema del biogas in Italia. Come sottolineato da Mariangela Soldano nell'illustrare l'argomento, il biogas in Italia ha forti potenzialità  di crescita e soprattutto il settore zootecnico, insieme a quello agricolo e agroindustriale, può rappresentare il motore di questa crescita. Lo testimonia il continuo aumento nel numero degli impianti realizzati in Italia e che il Crpa ha censito a fine 2007 per un totale di 154 unità, alimentati con liquami zootecnici provenienti da diverse specie animali e con colture energetiche a seconda delle diverse tipologie di impianto. Molti gli esempi presentati di aziende zootecniche dove già si realizza produzione di biogas avviato a cogeneratori (il biogas va ad alimentare generatori di elettricità). Gli investimenti variano a seconda degli impianti e della tipologia del materiale destinato alla trasformazione in biogas. Mediamente questo costo è stato stimato variabile dai 250 ai 700 euro per metro cubo di digestore anaerobico. Il calcolo può essere anche fatto in funzione dell'energia prodotta in cogenerazione, e l’investimento necessario può essere valutato in questo caso  in 2500-7500 euro per kw elettrico. Investimenti comunque importanti (da uno a tre milioni di euro negli esempi illustrati durante il seminario), ma con un tempo di “ripagamento” dell'investimento relativamente breve, dai 4 agli 8 anni. Tempi che potrebbero ridursi se alle produzioni di bioenergia verrà prestata maggiore attenzione e sostegno nelle scelte di politica energetica che il nostro Paese andrà ad adottare e che oggi scontano ancora qualche difficoltà per la mancanza di una completa chiarezza normativa.

 

Germania ai primi posti

Intanto va preso atto della distanza che ci separa da altri Paesi europei e in particolare dalla Germania che in tema di bioenergie si colloca ai primi posti in Europa con i suoi 3700 impianti che corrispondono ad una potenza elettrica installata di circa 1270 MW (megawatt).

Spazio per recuperare terreno ne abbiamo. Si può contare su 150 milioni di tonnellate/anno di deiezioni animali che sommate agli scarti di macellazione e agro-industriali, alle colture energetiche e alle altre biomasse portano la potenzialità del biogas a 25 TWh (terawatt, miliardi di watt) di energia elettrica prodotta per anno.

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