Nel settore mangimistico è in atto una "rivoluzione": cresce il mercato delle fonti proteiche alternative derivanti dall'allevamento di insetti. Può essere considerata una soluzione innovativa e più sostenibile sia a livello economico che ambientale perché permette di ottenere farine altamente proteiche riciclando e valorizzando sottoprodotti agricoli ed agroindustriali in un'ottica di economia circolare.

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La mosca soldato, Hermetia illucens, è la più promettente tra le 7 specie autorizzate per l'utilizzo mangimistico nell'Ue. È facile da allevare, cresce velocemente, è una buona fonte di proteine e grassi ed è capace di svilupparsi efficientemente su una grande varietà di materiali organici.

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Con queste premesse è nato il Gruppo Operativo per l'Innovazione (Goi) Flies4Feed, che il 27 settembre 2023 ha aperto al pubblico il prototipo di allevamento della mosca soldato che si trova a Bondeno (Fe) presso l'azienda Energy Tre

 

Si tratta di un progetto finanziato dal programma regionale di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Emilia Romagna, che ha come coordinatore il Centro Ricerche Produzioni Animali (Crpa) e come partner la società agricola Energy Tre, Progeo Sca, Italmix Snc, l'azienda Ca' D'Gianant, I giardini dell'Acqua Srl società agricola, l'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e Dinamica Scarl.

 

L'obiettivo del progetto è quello di realizzare una filiera dimostrativa per l'allevamento degli insetti, in particolare di mosca soldato, con cui ottenere farina da insetti da usare in mangimistica, partendo da un'azienda agricola con impianto di biogas per un recupero totale di materia e di energia.

 

Com'è fatto il prototipo di allevamento della mosca soldato

Il prototipo per la produzione di larve su scala pilota è stato installato presso l'impianto di biogas della società agricola Energy Tre.

 

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Il prototipo di Flies4Feed

(Fonte: AgroNotizie®)


Qui non si osserva tutto il ciclo di sviluppo della mosca soldato. L'ottenimento delle pupe, lo sfarfallamento degli adulti e il loro accoppiamento, la produzione di uova, la schiusa e la prima fase di allevamento delle giovani larve avviene nei laboratori dell'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.


Il prototipo di Flies4Feed, invece, è esclusivamente adatto per l'allevamento delle larve fino all'ottenimento delle larve mature (stadio di raccolta), il loro setacciamento dal substrato residuo, la soppressione ed essiccazione delle larve.

 

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(Fonte: Flies4Feed)

 

Per quanto riguarda le prime fasi che avvengono presso i laboratori dell'Università, ci sono delle gabbie in cui vengono aggiunte le pupe che stanno per trasformarsi in adulti. L'ambiente è controllato, con temperatura tra i 30 e i 35 °C, umidità maggiore del 60% ed esposizione alla luce di almeno 14 ore.

 

Gli adulti vivono 7-14 giorni e l'accoppiamento avviene dopo 2-4 giorni dallo sfarfallamento. La deposizione delle uova inizia 2 giorni dopo l'accoppiamento, in Università usano un dispositivo brevettato studiato apposta per favorire l'ovideposizione all'interno di fessure tra dischetti mobili. Per la schiusa occorrono 3-4 giorni a 27 °C, le larve neonate vengono fatte cadere direttamente in un substrato ottimale (dieta Gainesville: 50% crusca di frumento, 30% farina alfa alfa, 20% farina di mais e acqua in rapporto 1:2 rispetto alla massa solida totale) nel quale devono restare per 5-10 giorni prima di passare nella parte successiva, che è quella che ha sede nel prototipo.

 

Il prototipo è composto da un modulo prefabbricato coibentato per l'allevamento delle larve con impianto di climatizzazione per il controllo della temperatura e dell'umidità, e un modulo prefabbricato per il processo di trattamento delle larve.

 

Qui le larve crescono in substrati derivanti da sottoprodotti vegetali (crusca, cruschello e farine di grano) all'interno di cassette impilate per 10-12 giorni, dopo di che possono essere trasformate. Grazie ad un vibrovagliatore vengono setacciate e separate dal substrato residuo e dalla frass (escrementi) e subito dopo vengono bollite, immerse in acqua a 100 °C per 1 minuto e mezzo.

 

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Larve setacciate con vibrovagliatore

(Fonte: AgroNotizie®)

 

Da questa fase in poi, possono subire 2 destini distinti: le larve possono essere essiccate a 55 °C per 15 ore per essere trasformate in farina, oppure possono essere congelate intere.

 

Il prototipo realizzato ha caratteristiche di scalabilità ed è funzionale a favorire l'industrializzazione del processo. Impianti di questo tipo potranno essere prodotti in serie per essere collocati direttamente presso le aziende produttrici dei sottoprodotti delle filiere agroalimentari e/o presso gli impianti di biogas agricoli.

 

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