Non deve creare allarmismi il caso di 'Mucca Pazza' (il primo in Italia dopo due anni), confermato dagli esperti del Centro di Referenza per le Encefalopatie animali presso l'Istituto Zooprofilattico di Torino, nell'ambito del programma di sorveglianza quotidiana compiuto sui bovini di età superiore a 30 mesi. Lo afferma il Commissario di Governo per le Emergenze Zootecniche, Ettore Ianì.
Stessa linea dal Centro di referenza nazionale della Bse dell'Istituto zooprofilattico sperimentale di Torino, dove la responsabile della struttura, Maria Caramelli, assicura: per l'uomo non c'è alcun pericolo.
'L'animale, un bovino di razza frisona', spiega all'Adnkronos Salute l'esperta, 'era nato nel 1995, periodo in cui ancora non si era a conoscenza della contaminazione di alcuni mangimi a base di farine di carne e ossa. Si tratta dunque di una sorta di 'rimasuglio' della Bse nel nostro Paese. L'unico allarme che deriva da questo nuovo caso è quello che ci mostra come questa malattia non sia ancora scomparsa del tutto', aggiunge. 'Eppure, il nostro sistema di controllo', sottolinea, 'è gigantesco e non c'è modo per cui sulle nostre tavoli arrivi della carne pericolosa. Si pensi che nel 2001, quando abbiamo iniziato le rilevazioni, trovavamo un caso di mucca pazza ogni 10 mila capi di bovini, mentre oggi siamo a oltre un caso su un milione di animali. Fra l'altro', precisa l'esperta, 'l'Italia ha ricevuto dalla Comunità europea una speciale certificazione che riconosce la serietà e l'efficienza dei nostri metodi di controllo e che consentirà un progressivo 'ammorbidimento' delle analisi speciali che facciamo sugli animali. E' importante comunque che si continui anche con gli esami dei mangimi per evitare che ci si ritrovi con un nuovo 'boom' di casi'.
L'animale su cui è stata riscontrata la positività al 'Prionics Test' è un bovino di razza frisona italiana di 13 anni, proveniente da un'azienda lattifera lombarda e macellato lo scorso 17 settembre. 'Sono stati fatti enormi passi avanti nel rafforzamento del nostro sistema di controllo nazionale nella lotta alla cosiddetta 'Mucca Pazza', dichiara Ianì, 'basti pensare che, dal 2001 ad oggi, su più di 5 milioni di animali testati in Italia, sono stati accertati solo 142 casi di Bse. I dati a nostra disposizione segnalano significativamente un andamento decrescente di anno in anno: si è passati da circa 50 casi ad unico caso all'anno. Se, come auspichiamo, questo trend positivo proseguirà, secondo gli esperti la malattia potrebbe scomparire entro il 2010-2011. L'accertamento della positività in Lombardia', conclude il commissario, 'è l'ulteriore dimostrazione dell'efficacia del sistema di sorveglianza e prevenzione posto in essere da un centro scientifico di eccellenza quale è il Centro di Referenza per la BSE di Torino'.