'Il clima in cui si è svolta la trattativa di quest'anno è stato inutilmente conflittuale', ha dichiarato Ambrosi al termine della riunione in cui è stato confermato alla presidenza dell'associazione Assolatte. 'Fin dalle prime riunioni, mentre le quotazioni di tutti i prodotti precipitavano e i consumi segnavano il passo, ci siamo detti disponibili a valutare l'aumento dei costi agricoli prevedendo nuovi aumenti rispetto alla campagna scorsa, purché si comprendessero le difficoltà del momento'.
L'aumento proposto dalla delegazione industriale (+18%) allineava il prezzo in campagna con quanto ricevuto dagli allevatori negli ultimi sei mesi e garantiva la copertura della crescita dei costi agricoli derivati dall'impennata di soia e cereali.
Durante gli incontri, la proposta di Assolatte era stata ritenuta interessante, ma insufficiente. Per questo si era deciso di lasciare il campo alle singole trattative aziendali. 'E' stato davvero un peccato che le organizzazioni agricole non abbiano compreso il nostro sforzo e siano rimaste immobili sulle proprie posizioni di partenza', ha continuato Ambrosi. 'La nostra proposta, infatti, andava in assoluta controtendenza rispetto a quanto accade sul mercato europeo: in Germania, per esempio, tra gennaio e maggio il prezzo del latte pagato agli agricoltori è diminuito di sette centesimi, passando da 39 a 32 centesimi per litro. Lo stesso sta accadendo anche in Francia e in molti altri paesi europei'.
Il clima che si è venuto a creare a partire dai primi giorni di giugno, con le minacce, le manifestazioni, i blocchi degli stabilimenti non hanno alcuna giustificazione. 'Qualcuno ha voluto cavalcare la protesta del nord Europa per ottenere visibilità anche se il panorama nazionale è profondamente differente: negli altri Paesi il prezzo del latte sta calando, in Italia l'industria propone un nuovo importante aumento'. Visto il clima, Assolatte ha chiesto al ministro Zaia di attivare un tavolo di serio approfondimento delle problematiche della filiera, a partire da quelle che da tempo mortificano la competitività dell'industria lattiero-casearia italiana: quote latte, rimborsi IVA, pari opportunità sull'utilizzo di materie prime e tecnologie produttive, rapporti con la GDO, costo dei trasporti.
'Confermiamo la disponibilità per un confronto improntato al rispetto delle regole del mercato e dell'etica', ha concluso Ambrosi, 'ma rimarremo fermi sul rifiuto di ogni forma di violenza e denigrazione della nostra categoria'. L'industria è stanca di venire accusata di speculazioni e soprusi, che semmai subisce, nel mentre gli si continuano a scaricare addosso tutti gli oneri e le inefficienze degli altri.