E' una situazione difficile quella che stanno vivendo le industrie mangimistiche italiane. Colpa dell'aumento delle materie prime il cui costo è salito nel 2007 di ben il 35%, trasferito solo in parte, appena il 20%, sul prezzo dei prodotti finiti. Sono questi gli elementi più significativi emersi dall'annuale assemblea di Assalzoo, l'associazione che riunisce le aziende italiane produttrici di mangimi, che si è svolta recentemente a Roma. Un quadro preoccupante, quello delineato dal presidente di Assalzoo, Silvio Ferrari, tanto più se si considera il buon andamento della produzione che ha fatto invece segnare nel 2007 un aumento del 3,6%, portando il quantitativo di mangimi prodotti in Italia a 14milioni e 200mila tonnellate, uno dei livelli più alti degli ultimi anni. Aumenti che non sono valsi però a riequilibrare i conti delle aziende, i cui bilanci sono inevitabilmente condizionati dalla situazione economica nella quale versa il settore zootecnico. Colpa in particolare dell'aumento delle materie prime, ma anche dell'energia e del gasolio per autotrazione, che già nei primi mesi del 2008 fanno registrare un ulteriore crescita di almeno il 15%.

Una serie di aumenti, come ha sottolineato Ferrari, che le industrie mangimistiche non hanno riversato del tutto sui prezzi finali per non gravare sulle già precarie condizioni economiche di molti allevamenti che non riescono a coprire i costi di produzione.

 

Suini in grande difficoltà

"La situazione - ha detto il presidente dell'Assalzoo - è particolarmente pesante nel settore suino dove i prezzi di vendita degli animali a fine ciclo copre appena i due terzi dei costi sostenuti per allevarlo, ma la situazione è difficile anche nel settore bovino ed in quello avicolo che soffre il basso livello dei prezzi alla produzione."

Le difficoltà del mondo zootecnico hanno un ulteriore effetto "indotto" che pesa in modo significativo sui bilanci delle industrie mangimistiche. In molti casi, infatti, gli allevatori non riescono a pagare le forniture di mangime e il tempo di saldo delle fatture va sempre più dilatandosi ed ora ha raggiunto medie di 120/150 giorni, con punte anche di 200 giorni nei settori maggiormente in difficoltà, come quello suino. Di fatto le aziende mangimistiche stanno "finanziando" gli allevamenti, tanto che il maggior fatturato del settore, cresciuto del 20% nel 2007 rispetto all'anno precedente, è di fatto inesistente per via del ritardo nella riscossione di quanto dovuto dagli allevatori per le forniture di mangime.

 

Le prospettive

Una situazione preoccupante, tanto più che non si vedono all'orizzonte segnali di un'inversione di tendenza. Colpa anche della dipendenza dall'estero per la fornitura di materie prime. Oggi in Italia si utilizzano circa 4 milioni di tonnellate di farina di soia che per oltre il 90% sono d'importazione dai paesi del Mercosur. Anche per il mais si registra un aumento nel ricorso alle importazioni quale conseguenza del calo della produzione interna e oggi sono circa 2 milioni le tonnellate che importiamo, quasi il 20% del fabbisogno. E diventa anche sempre più difficile trovare prodotti non Ogm, che hanno peraltro prezzi significativamente più alti rispetto al prodotto Ogm. Un motivo in più, è stato ribadito anche in occasione dell’assemblea Assalzoo, di riconsiderare tutto il capitolo Ogm, alla luce di serie e approfondite ricerche, mettendo da parte pregiudizi e posizioni preconcette.

 

Le richieste di Assalzoo

Intanto, per superare la difficile congiuntura in atto, la "ricetta" di Assalzoo invoca l'adozione urgente di  alcuni provvedimenti a partire da agevolazioni fiscali con la rateizzazione delle imposte da parte delle imprese, tanto più che si tratta di imposte fiscali su redditi il più delle volte non ancora percepiti. L'altro capitolo è quello della defiscalizzazione dei prodotti energetici che consentirebbe una riduzione dei costi di produzione. Se applicata anche nei confronti del gasolio per autotrazione questa misura eviterebbe ulteriori aggravi sia per la movimentazione delle materie prime, sia dei prodotti finiti.

Misure che andrebbero adottate con urgenza, hanno evidenziato i mangimisti, per evitare alle aziende ulteriori perdite che non sono più sostenibili.

 

Foto - Clearly Ambiguous