Il Defra, ministero agricolo britannico, ha annunciato che i test condotti in questi giorni nelle due contee in cui si sospettava l'insorgenza di nuovi focolai di bluetongue sono risultati negativi. La conferma da parte del Defra era molto attesa, alla luce delle ripercussioni sulle movimentazioni di bestiame e delle conseguenze per il piano di vaccinazione in programma. Ma mentre cadono le preoccupazioni legate alla restrizione per la movimentazione del bestiame nelle aree interessate, si registra la presa di posizione della National Beef Association circa l'urgenza di assicurare un'adeguata scorta di vaccini per le mandrie scozzesi nella realistica previsione di una diffusione della malattia la prossima estate. L'aumento del numero degli agricoltori che dovranno accedere ai vaccini in modo emergenziale potrebbe avere conseguenze preoccupanti circa la copertura vaccinale del bestiame e la possibilità di un pieno controllo del virus nella stagione primaverile ed estiva. Nel Regno Unito si profila una situazione articolata: a differenza dell'Inghilterra, che, dopo il via libero Ue al co-finanziamento delle spese, è stato addirittura il primo Paese europeo ad ordinare i vaccini, a fronte dei numerosi focolai della malattia già accertati entro i suoi confini, la Scozia e il Galles, di fatto ancora indenni dalla malattia, fronteggiano l'incertezza legata al rischio di una sua potenziale diffusione e alla conseguente opportunità di una campagna vaccinale.