In Italia, nonostante ciò che la tradizionale legislazione prevede riguardo alla considerazione giuridica degli animali, sotto la spinta di una popolazione sempre più attenta alle tematiche del benessere animale, negli ultimi anni anche la Corte di cassazione ha cambiato rotta. Infatti, la sentenza n. 46291 emessa lo scorso anno dalla Corte suprema è stata emblematica. Un signore di Lipari, accusato di aver dato un calcio al cane di una sua concittadina per farle un dispetto, è stato condannato a pagare cinque mila euro, anche se all'animale non è stata procurata alcuna lesione fisica. Secondo la Cassazione, per parlare di maltrattamenti agli animali 'non è necessario che agli stessi vengano procurate lesioni fisiche evidenti, ma è sufficiente che essi siano messi in condizione di soffrire'. L'imputato, concluse la Corte, 'incrudeliva contro il cane per futili motivi e la mancanza di ferite non giustifica la sofferenza di animali ritenuti esseri viventi, capaci di percepire con dolore comportamenti non ispirati a simpatia, compassione e umanità'. Già precedentemente c'erano state alcune sentenze, sempre da parte della Cassazione, che avevano introdotto il concetto di sofferenza in animali capaci di percepire dolore non solo fisico ma anche psichico.
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Fonte: @nmvi Oggi