Dopo i saluti di Piero Cravedi, Istituto di Entomologia e patologia vegetale, e Lino Nori, presidente del Consorzio Il Biologico, i lavori sono stati aperti da quattro relazioni introduttive:
Gabriele Canali – Facoltà di Agraria Piacenza
Quale sostenibilità per l’agroalimentare?
Considerare la sostenibilità a pezzi fa a pezzi la sostenibilità.Tre approcci diversi:
- approccio regolatorio: comando e controllo classico (come in Italia e in Europa) con elenchi di cose o azioni che si possono o non si possono fare. Il rischio è di generare molti costi ma non sempre sono correlabili al buon risultato. Tecnica del punire molto i pochi controllati, con rischi di generare “furbetti”.
- Introdurre modalità e premiare con un sussidio: ti premio se operi meglio. Ha una sua utilità ed efficacia ma la limitazione principale
- Definire una modalità produttiva certificata che vadano oltre gli standard minimi e rileggerne le ricadute sul consumatore. Molto difficile in quanto il consumatore non capisce facilmente le problematiche agricole.
Floriano Mazzini - Tiziano Galassi - Servizio fitosanitario Regione Emilia-Romagna
Il recepimento della Direttiva sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari in Italia (SCARICA IL PDF)
La relazione è stata un’ampia disamina del D. Lgs. 150 del 14/08/2012 e dei contenuti della bozza del Pan, con un approfondito esame circa l’utilità delle varie azioni previste da tali norme.Fabio Osti - Stefano Di Marco - Nicola Di Virgilio - Federica Rossi - CNR - IBIMET - Bologna
Sostenibilità ambientale: un concetto utile anche per l’agricoltura integrata
La relazione ha evidenziato come la difesa integrata si stia sempre maggiormente completando con ambiti di sostenbilità ambientale, con controllo del prodotto “dalla culla alla tomba” anche attraverso i sistemi LCA.Fabrizio Piva - Giuseppe Garcea - CCPB srl - Bologna
La certificazione della sostenibilità a supporto dell’integrato (SCARICA IL PDF)
Oltre alle tradizionali certificazioni, dal prossimo anno Ccpb sarà in grado di effettuare valutazioni ambientali in base all’EPD e alla norma ISO 14067 (carbon footprint).Le conclusioni sono state affidate ad Antonio Frattarelli - Ufficio Agricoltura e ambiente dello sviluppo rurale - MIPAAF Roma
Dalla sua presentazione è emerso si stanno discutendo i fondamenti del secondo pilastro in cui la posizione dell’Italia è quello di ridurre la superficie necessaria per il greening.
Per quanto riguarda il Pan, questo potrà essere discusso fino al 31 dicembre, permettendo così una condivisione di circa un mese.
Secondo una proposta francese, sostenuta dall’Italia, gli impegni del Global Gap dovrebbero permettere anche di accedere agli impegni agroambientali senza ulteriori adempimenti.