Per il passato, come si sa, ben poco si può ormai fare, ma per il futuro ci sono opportunità che possono essere sfruttate per non ricadere in situazioni estreme quali quelle di quest'anno.
Monsanto si occupa da decenni di colture estensive, mais in testa. Una coltura molto avida di acqua e per questa ragione spesso attaccata su più fronti con accuse molto spesso sopra le righe.
Grazie alle competenze acquisite nel tempo, il colosso americano si sente oggi in grado di supportare fattivamente gli agricoltori nella gestione della risorsa irrigua.
Il progetto "Efficienza Irrigua" di Dekalb, il marchio Monsanto dedicato alle sementi, è indirizzato soprattutto a quelle aree in cui la scarsa disponibilità di acqua rende difficoltosa la coltivazione del mais. In queste aree, la gestione mirata, e quindi più efficiente, degli interventi irrigui permette infatti di migliorare sensibilmente la redditività della coltura.
Vi sono zone dove invece presenza di acqua non fa difetto, zone che potrebbero erroneamente illudere di non avere bisogno di affinamenti tecnici per la corretta gestione della risorsa. Errato: anche in queste aree, una corretta programmazione degli interventi irrigui permette di massimizzare il profitto dell’agricoltore contenendo al contempo i costi.
L’ottimizzazione degli interventi deriva dall'incrocio delle conoscenze delle specifiche esigenze colturali, delle tipologie dei suoli e delle loro dotazioni idriche. Questi dati sono rilevati zona per zona da specifiche sonde installate da Dekalb, al fine di creare una serie puntuale di dati e una rete di informazioni coerenti per territorio.
Nell'ambito del progetto trovano ovviamente ampio spazio gli ibridi "Alta Efficienza" di Dekalb, la cui specifica genetica permette anche di sfruttare al meglio le disponibilità idriche naturali del terreno, garantendo stabilità produttiva anche in condizioni di ridotta disponibilità di acqua.
Sondaggi si, ma non elettorali
Posizionate in circa un centinaio di aziende agricole della Pianura Padana, le sonde di Dekalb misurano in continuo l’acqua disponibile nei primi cinquanta centimetri di suolo nei mesi più critici per il mais, cioè da maggio a settembre.
Una volta che siano noti dati come quelli sull’approfondimento radicale e il contenuto idrico del terreno, misurato nella porzione del profilo in cui la pianta assorbe circa il 70 per cento dell’acqua, diviene possibile prevenire eventuali carenze idriche.
Il posizionamento degli interventi irrigui diviene così più puntuale e se ne massimizza il ritorno in termini di benefici per la coltura.
Una corretta gestione della risorsa idrica permette al contempo di minimizzare anche il dilavamento degli elementi nutritivi presenti nel terreno o apportati con la concimazione. Ambiente e portafoglio ringraziano.
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Monsanto Agricoltura Italia
Autore: Donatello Sandroni