Per usare un'espressione entrata ormai nel lessico quotidiano, quella dei "QoI" può essere definita come una "famiglia allargata". Sono diverse le famiglie chimiche che infatti esplicano la propria efficacia interferendo con questo specifico meccanismo biochimico mitocondriale.
I mitocondri sono veri e propri motori metabolici per le cellule che vivono grazie alla respirazione aerobica. Per ottenere l'Atp, molecola essenziale per dare energia all'organismo, la cellula deve infatti contare sul laborioso processo di trasporto degli elettroni che ha sede in questi preziosi organelli, i quali "galleggiano" dispersi nel citoplasma cellulare. Se questa catena di trasporto s'inceppa, la cellula esaurisce l'Atp in brevissimo tempo e va incontro a collasso.
I mitocondri sono presenti in ogni forma di vita aerobica, dal battere all'Uomo, passando attraverso i vegetali.

Circa la loro origine una delle teorie più accreditate è infatti quella che ipotizza la creazione di una sorta di simbiosi fra cellule anaerobiche e altre aerobiche, fagocitate dalle prime ma poi non digerite, dando vita a un reciproco e profittevole scambio di nutrienti e Atp. Ciò sarebbe avvenuto alcune centinaia di milioni di anni fa e da queste cellule primordiali si sarebbe evoluta la vita aerobica per come noi la conosciamo, sia nel mondo animale, sia vegetale.

I mitocondri di ogni genere e specie hanno però piccole differenze molecolari che fanno si che una sostanza che si mostra efficace su un organismo non lo sia su un altro.


I "QoI" sono inibitori del cosiddetto "complesso III" della catena di trasporto degli elettroni. Più in dettaglio, agiscono interferendo con l'operato del "citocromo Bc1". Un altro modo con cui sono stati spesso definiti è quello di "inibitori dell'enzima ubiquinol ossidasi".
La "o" di "QoI" sta per "outside", questo per differenziare queste sostanze attive da altre che viceversa sono "QiI", ovvero "Quinone inside inhibitors", gruppo chimico a cui appartiene per esempio un antiperonosporico come cyazofamide.

 

I membri della "super famiglia"

 

Generalmente note come strobilurine, queste sostanze attive appartengono a famiglie chimiche differenti.
Al gruppo chimico dei methoxy-acrilati appartengono per esempio azoxystrobin e picoxistrobin.
A quello dei methoxy-carbammati appartiene invece pyraclostrobin.

Kresoxim-methyl e trifloxistrobin fanno parte degli oximino-acetati, mentre fluoxastrobin rientra nelle dihydro-dioxazine.
Ai "QoI" appartengono anche sostanze attive che mostrano un grado di parentela molto stretto con quelle precedenti. Sono oxazolidine-dioni, come famoxadone, o imidazolinoni come fenamidone.

Cliccando sui nomi delle singole sostanze attive potranno essere visualizzate le relative pagine di Fitogest.com, dalle quali si potrà accedere all'elenco dei formulati commerciali disponbili per ogni sostanza attiva.

 

Cronologia registrativa

 

Azoxystrobin: un'etichetta infinita. Questa sostanza attiva risulta registrata su ben 63 colture differenti. Registrata nel 1997 da Syngenta con il marchio commerciale Quadris, a oggi azoxystrobin conta otto differenti formulati in commercio, segmentati soprattutto per tipo d'impiego (cereali, orticole, vite).
Kresoxim-methyl: analogo delle strobilurine, è soprattutto un antioidico per vite e pomacee, ma controlla anche la ticchiolatura. Regitrato nel 1997 da Basf con il marchio Stroby, conta oggi su due differenti formulati in commercio.
Famoxadone: efficace contro le peronospore e l'alternaria delle solanacee, famoxadone è registrato su vite, patata, pomorodoro e alcune cucurbitacee. Registrato nel 1999 da DuPont con il marchio Equation, oggi conta su quattro differenti formulati commerciali.
Trifloxistrobin: registrato nel 2001 da Bayer con il marchio commerciale di Flint, che in inglese significa "selce" o "pietra focaia", è un riferimento tecnico tra gli antioidici della vite, ma riporta autorizzazioni anche per l'oidio delle orticole, ticchiolatura e maculatura bruna delle pomacee. In miscela con il ciproconazolo è registrata anche su barbabietola da zucchero e cereali.
Fenamidone: antiperonosporico per vite, tabacco, melone e lattuga, è stato registrato da Bayer nel 2003 con il marchio Elicio, in miscela con il fosetil alluminio, e poi distribuito da Sipcam. Attualmente vi sono quattro diverse formulazioni commerciali disponibili.
Pyraclostrobin: Altra etichetta chilometrica. Altrimenti conosciuto come "F500", possiede attività contro patologie fra le più disparate. Antiperonosporico e antioidico, mostra attività anche contro le monilie e le malattie di post raccolta della frutta. Sulle pomacee, dopo aver perso in poco tempo efficacia contro la ticchiolatura, continua però a dare risultati eccellenti contro Alternaria del melo e maculatura bruna del pero. Su cereali risuta eccellente su ruggini e septoria. E' anche registrato su mais, soprattutto per sfruttarne gli effetti benefici che questa sostanza attiva mostra possedere sul metabolismo delle colture. Registrato per la prima volta nel 2005 da Basf con il marchio Cabrio, a oggi conta su 10 differenti registrazioni.
Fluoxastrobin: conciante stretto. E' registrato infatti solo per la concia di frumento e orzo. Registrato nel 2009 da Bayer con il marchio Scenic, è commercializzato in miscela con tebuconazolo e protioconazolo.
Picoxystrobin: una vera matricola nello scenario fitoiatrico italiano. Giunta infatti nel dicembre 2011 da DuPont con il marchio Acanto, è registrata su frumento e orzo. Picoxystrobin mostra attività translaminare e locosistemica e nel suo mirino ricade soprattutto Septoria, sulla quale mostra una spiccata attività.

L'opinione del Frac

 

Come ogni altro fungicida in commercio, anche queste sostanze attive rientrano fra quelle monitorate dal Frac, ovvero il "Fungicide resistance action commitee". Il Frac classifica i diversi gruppi chimici in funzione del loro modo d'azione e del livello di suscettibilità a sviluppare resistenze.
I "QoI" sono stati inseriti nel Gruppo 11, ad alto rischio di resistenze. Nel tempo sono stati infatti registrati dal Frac diversi casi di resistenza, sviluppata da differenti specie di funghi, come pure sono state osservati casi di resistenza incrociata con altri membri del medesimo gruppo.
Essendo sostanze attive di elevata efficacia e di ottimo profilo tossicologico ed ecotossicologico, la loro vita nel tempo va quindi preservata con grande attenzione. La difesa della loro efficacia va ricercata nell'alternanza con sostanze attive a differente meccanismo d'azione, come pure evitando l'uso sequenziato di più di due "QoI" per blocco di trattamenti.

Va prestata poi particolare attenzione quando si debbano impostare le strategie contro oidio e peronospora della vite. Dal momento che alcune di queste sostanze mostrano attività su entrambi i patogeni, è bene fare in modo di scegliere preventivamente contro quale patologia utilizzarle, lasciando ad altre sostanze attive completamente diverse il controllo della patologia rimasta.

 

Fonti bibliografiche:


1) Banca dati Fitogest.com
2) Frac Code List 2012: fungicidi elencati per modalità d'azione (Frac Code numbering)