I prezzi mondiali dei cereali rimarranno alti per tutto il prossimo anno a causa dei problemi di produzione in molti importanti Paesi esportatori e del livello basso delle scorte su scala mondiale, avverte l’ultimo rapporto Fao "Food Outlook" ("Prospettive alimentari") presentato oggi a Londra. La Fao prevede per molti Paesi un notevole aggravio economico per le importazioni cerealicole, anche se il volume di importazioni sarà minore. Costi di spedizione record e prezzi elevati all’esportazione sono le ragioni dell’aumento del costo delle importazioni. I prezzi internazionali dei cereali stanno alimentando l’inflazione da generi alimentari. “Per la maggior parte dei cereali”, dice il rapporto, “l’offerta è molto più scarsa che negli ultimi anni, mentre la domanda ad uso alimentare, foraggiero e industriale è in aumento. Le scorte, già scarse all’inizio della stagione, continueranno a diminuire, perché la produzione cerealicola mondiale sarà sufficiente solo a soddisfare l’utilizzazione globale prevista”. Il rapporto sostiene che i prezzi delle derrate, che hanno registrato un'impennata nel 2006, quest’anno saliranno ad un ritmo ancora più rapido. I prezzi alti delle produzioni alimentari continueranno a caratterizzare l’intera catena dell’approvvigionamento, contribuendo all’innalzamento dei prezzi al dettaglio di pane e pasta, carne e latte. Raramente il mondo ha provato “una tale preoccupazione per l’inflazione dei prezzi alimentari". L'aumento del prezzo del petrolio ha spinto al rialzo i prezzi agricoli  perché ha fatto crescere i costi di produzione e perché ha fatto aumentare la domanda delle colture per produrre biocombustibili. Food Outlook mette in guardia che l’effetto combinato di prezzo record del petrolio e di volontà di affrontare le questioni ambientali, potrebbe stimolare la domanda di alcune produzioni alimentari, specialmente zucchero, mais, colza, soia, olio di palma ed altre coltivazioni olearie, ma anche dei cereali.