Procedono le trattative al vertice dell'Onu sul cambiamento climatico in corso a Copenhagen con le delegazioni impegnate a delineare i contorni della bozza di accordo, la cui stesura e' curata dalla presidenza danese.

Piu' ottimista sull'esito del vertice si e' mostrato il segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon che ha parlato di "accordo robusto", mentre il presidente della Commissione europea Barroso e' apparso piu' prudente, affermando che "molti nostri partner non sono ancora pronti per un accordo vincolante".

Le delegazioni dei paesi in via di sviluppo hanno peraltro gia' manifestato con evidenza la propria insoddisfazione verso un eventuale compromesso che non dovesse tenere conto dell'attuale enorme disparita' nelle emissioni pro-capite.

Le nazioni piu' industrializzate marciano infatti ad una media di emissioni dannose attorno alle 10 tonnellate/anno per abitante, mentre nei paesi africani le sostanze climalteranti emesse sono nell'ordine di poche decine di chili a persona. A questo tema e' agganciata l'altra questione "calda" del negoziato: la disponibilita' dei paesi piu' avanzati a finanziare la riconversione tecnologica e i costi dell'adattamento climatico nel sud del mondo, con un supporto finanziario che, secondo greenpeace, dovrebbe essere superiore ai 100 miliardi di dollari all'anno fino al 2020.

Nel corso dei lavori della conferenza sul clima l'organizzazione metereologica mondiale ha fornito i dati piu' aggiornati sul trend di crescita della temperatura del pianeta, confermando la tendenza al riscaldamento globale.