La parola d’ordine per gli allevatori, oggi, in un periodo difficile per il settore lattiero-caseario, è sfruttare a fondo tutte le opportunità dell’allevamento. E certamente la produzione di energia elettrica e termica da biogas rappresenta un’occasione importante per fare nuovo reddito.
L’ampliamento degli allevamenti a cui si è assistito negli ultimi anni, ha fatto sì che gli imprenditori della zootecnia da latte possano avere un peso notevole nel mercato dell’energia, riuscendo a produrre grandi quantità scarti biologici riutilizzabili in questo senso.
Un allevamento di 500 vacche da latte, per esempio, può produrre oltre 1.295.000 di kilowatt di energia elettrica all’anno. Ciò significa che l’azienda agricola può immettere sul mercato una grande quantità di energia, vendibile all’ente gestore per circa 0,09 €/kwh. Sono quindi oltre 90.000 euro all’anno i ricavi che potenzialmente derivano da un grosso impianto per la produzione di biogas. Senza contare la vendita dei Certificati Verdi, per i quali l’azienda riceve circa 0,1 €/kwh: questo porta i ricavi di un impianto per 500 vacche da latte ad oltre 200.000 euro all’anno.
Naturalmente anche i costi di investimento non sono bassi: si parla di oltre 700.000 euro, ma con forti finanziamenti ottenibili dalle aziende che vogliono entrare in questo settore.
Differenziare la produzione, quindi, per poter rimanere competitivi sul mercato. Sono molte le aziende zootecniche che si sono avviate su questa strada, proprio perché oggi è indispensabile investire in tecnologie e know how. E la Fiera Internazionale del Bovino da Latte, in programma a Cremona dal 26 al 29 ottobre prossimo, è la migliore vetrina nazionale, e una delle più importanti al mondo, per tutta la filiera lattiero-casearia ed i settori ad essa correlati.
Questo della produzione di energia elettrica da biogas sarà uno dei temi che verranno trattati nel ricco programma convegnistico-seminariale della Manifestazione che, tra gli altri appuntamenti, vedrà anche la terza edizione degli Stati Generali del Latte, il punto di confronto tra i rappresentanti di tutti gli attori della filiera lattiero-casearia.
Per informazioni: www.cremonafiere.it
Photo by kevinzim
L’ampliamento degli allevamenti a cui si è assistito negli ultimi anni, ha fatto sì che gli imprenditori della zootecnia da latte possano avere un peso notevole nel mercato dell’energia, riuscendo a produrre grandi quantità scarti biologici riutilizzabili in questo senso.
Un allevamento di 500 vacche da latte, per esempio, può produrre oltre 1.295.000 di kilowatt di energia elettrica all’anno. Ciò significa che l’azienda agricola può immettere sul mercato una grande quantità di energia, vendibile all’ente gestore per circa 0,09 €/kwh. Sono quindi oltre 90.000 euro all’anno i ricavi che potenzialmente derivano da un grosso impianto per la produzione di biogas. Senza contare la vendita dei Certificati Verdi, per i quali l’azienda riceve circa 0,1 €/kwh: questo porta i ricavi di un impianto per 500 vacche da latte ad oltre 200.000 euro all’anno.
Naturalmente anche i costi di investimento non sono bassi: si parla di oltre 700.000 euro, ma con forti finanziamenti ottenibili dalle aziende che vogliono entrare in questo settore.
Differenziare la produzione, quindi, per poter rimanere competitivi sul mercato. Sono molte le aziende zootecniche che si sono avviate su questa strada, proprio perché oggi è indispensabile investire in tecnologie e know how. E la Fiera Internazionale del Bovino da Latte, in programma a Cremona dal 26 al 29 ottobre prossimo, è la migliore vetrina nazionale, e una delle più importanti al mondo, per tutta la filiera lattiero-casearia ed i settori ad essa correlati.
Questo della produzione di energia elettrica da biogas sarà uno dei temi che verranno trattati nel ricco programma convegnistico-seminariale della Manifestazione che, tra gli altri appuntamenti, vedrà anche la terza edizione degli Stati Generali del Latte, il punto di confronto tra i rappresentanti di tutti gli attori della filiera lattiero-casearia.
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Fonte: Agronotizie
