E' di pochi giorni la notizia che è nato il sette miliardesimo Essere Umano sulla Terra. Di questi sette miliardi però ben uno intero soffre cronicamente la fame. Quasi il 15% del totale. Urge quindi agire per aumentare le produzioni di cibo, in attesa magari che una più saggia politica di gestione delle nascite illumini soprattutto quegli Stati che stanno gonfiando il trend di crescita globale a tassi che appaiono sempre più insostenibili sul lungo periodo.  Basti pensare che la sola India è cresciuta dal 1948 a oggi da poco più di 300 milioni di abitanti a oltre un miliardo e 200 milioni. Una popolazione praticamente quadruplicata in poco più di 60 anni. Le bocche da sfamare chiedono quindi ogni giorno di più e solo la ricerca e l'impegno sostanziale può andare incontro a questa richiesta.
A Monheim, in Germania, Bayer Cropscience ha indetto proprio in tal senso il "Cereals Future Forum", incentrato sulla fonte di cibo Regina a livello mondiale: i cereali, i quali occupano il 25% delle superfici coltivate. La loro crescita in produttività e di circa l'un per cento all'anno, contro una domanda che sale a un ritmo doppio.
Per questo le istituzioni pubbliche e private dovranno investire di più in ricerca e sviluppo e lo dovranno fare a livello globale. Solo così le produzioni di cereali potranno essere sospinte verso i livelli necessari alla soddisfazione della domanda mondiale. Questa è in sostanza la conclusione a cui sono giunti gli esperti convenuti all'evento: oltre 150 fra scienziati, produttori sementieri, agricoltori e traders di commodities.
La situazione è aggravata oltre che dall'aumento della popolazione anche dall'inasprimento del clima, il quale sta limando con la desertificazione aree sempre più ampie di territori. La tragedia della Somalia, dove non piove da quasi due anni, ne è l'emblema in questo 2011.
"Ciò che vogliamo è dare un contributo importante alla risposta a queste sfide - ha affermato Rüdiger Scheitza, membro del Board of Management di Bayer Cropscience - Come Bayer abbiamo già la leadership globale nella fornitura di prodotti per la difesa dei cereali. In aggiunta a ciò, stiamo realizzando una piattaforma di ricerca che conduca alla produzione di frumento migliorato, di cui nuove varietà dovrebbero essere disponibili già dal 2015".
A rinforzare il concetto ha contribuito Stephen Baenziger, dell'Università del Nebraska, il quale ha spiegato come la sfida non sia mai stata più grande. "Gli obiettivi maggiori - sottolinea Baenziger - includono lo sviluppo di grani ibridi, grazie a pratiche 'verdi' di ingegneria genetica".

Non resta che sperare che la ricerca riesca davvero a mettere una pezza, almeno parzialmente, alla grave situazione alimentare mondiale. Augurandoci nel frattempo che un maggiore buon senso, altrettanto globale, metta un freno alla domanda di cibo, anziché continuare a premere solo sull'acceleratore della sua offerta.