La produzione negli Stati Uniti è prevista in ulteriore diminuzione rispetto a giugno (circa 49 milioni di tonnellate, -14% rispetto al raccolto 2005), mentre permangono le preoccupazioni per la scarsa qualità del raccolto.?In forte aumento invece la produzione in Cina (+ 7,5 milioni di tonnellate rispetto al mese scorso); oltre all’incremento degli investimenti in seguito agli aiuti governativi, le ottime condizioni climatiche durante la fase di semina e le piogge primaverili hanno favorito la coltura che ha registrato rese record.
E' previsto un aumento anche per il raccolto previsto in Ucraina (13 milioni di tonnellate), in seguito alle favorevoli piogge durante la fase di accrescimento e alle buone condizioni climatiche durante il raccolto.
Tuttavia le pessime condizioni durante la fase di semina nello scorso autunno hanno sensibilmente ridotto l’output rispetto al 2005 (-30%).? Le eccessive piogge durante le semine hanno negativamente influito anche sulle stime produttive in Australia, dove si prevede una diminuzione del 10% delle superfici investite (a 11,5 milioni di ettari) ed un conseguente calo della produzione.
Anche il Brasile vede ridursi gli investimenti a causa del maltempo (durante la fase di semina) e per gli insoddisfacenti risultati economici della scorsa annata: la produzione è prevista in diminuzione di oltre il 20% scendendo a circa 3,5 milioni di tonnellate.
La previsione dei consumi a livello mondiale è stata rettificata al rialzo rispetto ai dati diffusi nel mese scorso, nonostante ciò, il livello di circa 615 milioni di tonnellate registra una riduzione rispetto alla campagna 2005/06, a causa soprattutto della variazione del consumo per l’alimentazione animale.
Poiché le previsioni di aumento della produzione sono state più consistenti rispetto a quelle dei consumi, anche gli stock finali sono stimati in rialzo a oltre 125 milioni di tonnellate. Sul fronte del commercio internazionale, si prevede un incremento delle esportazioni da parte dell’Ucraina e del Canada, visto il buon andamento dei raccolti e i buoni prezzi presenti sul mercato; in diminuzione invece le quantità destinate all’export da parte dell’Australia, in seguito alla previsto calo della produzione. Il dato più interessante è comunque l’aumento di due volte dei quantitativi esportati dalla Cina, che diventa così un esportatore netto di frumento.
Nonostante le difficoltà di esportazione per l’elevata variabilità del livello qualitativo del frumento a causa dei numerosi piccoli produttori, l’aumento delle quantità prodotte ed i bassi prezzi interni incoraggiano le vendite: in particolare le vicine Filippine, in seguito alle elevate tariffe di importazione del mais, è probabile si orienteranno verso il frumento cinese per le necessità del proprio comparto zootecnico.
Già a partire da fine giugno però, l’andamento dei prezzi al CBOT (Chicago Board of Trade), la più importante borsa statunitense per i cereali, ma anche al KCBT (Kansas City Board of Trade) e al MGEX (Minneapolis Grain Exchange)confermano la continuazione della tendenza rialzista del prezzo del frumento nel mercato americano come evidenziato dal canale delimitato dalle due linee di tendenza sul grafico. Le quotazioni si sono quindi riportate verso la resistenza precedentemente testata (110 euro/t.); se la spinta al rialzo non sarà particolarmente vigorosa è probabile che il prezzo rimbalzi leggermente di nuovo verso il basso.
Nel caso in cui il valore del frumento subisca un’accelerazione tale da superare con forza la quota precedentemente indicata, è probabile che il trend rialzista continui con ancora maggiore decisione.
(1) Nei mercati statunitensi frumento, soia e mais vengono prezzate in centesimi di dollaro per bushel. Un bushel, il nostro antico staio, è una misura volumetrica che, per frumento e semi di soia, equivale a 27,216 Kg (60 libbre) mentre nel caso del mais corrisponde a 25,401 Kg (56 libbre).
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